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A-SAFE Italia: il futuro della sicurezza si costruisce ogni giorno

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In base ai dati Inail diffusi nel 2019, la sicurezza in magazzino sta lentamente migliorando: a fronte del numero di addetti nell’ultimo quadriennio, si rileva una diminuzione del numero di infortuni pari al 3,1% e una contestuale regressione della frequenza nell’ordine del 6%. Si tratta di numeri incoraggianti, ma tanto rimane ancora da fare poiché si tratta di medie molto elevate rispetto ad altri settori, che si traducono in 10 morti e 3.000 feriti che ogni anno in Italia sono coinvolti in incidenti con veicoli riportando lesioni gravi che influiscono sul modo di vivere degli individui e che costano milioni di euro alle imprese (i dati sono stati confermati dall’Inail).

Come si costruisce a sicurezza in magazzino

La sicurezza in magazzino va costruita diffondendo cultura e introducendo soluzioni di protezione appositamente progettate. A-SAFE è una multinazionale presente in Italia dal 2013, specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni modulari per la sicurezza degli ambienti industriali e logistici. Le soluzioni A-SAFE si distinguono dalle classiche protezioni antiurto perché si basano su barriere in polimero caratterizzate da memoria meccanica, ossia sono in grado di riacquistare lo stato iniziale dopo aver assorbito qualunque tipo di urto, a differenza delle tradizionali barriere metalliche che non sono in grado di sopportare, senza danneggiamenti, urti con angolo d’impatto a 90°.

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A-SAFE è nata per dare una risposta alternativa a bisogni di protezione delle persone, delle merci e delle strutture di magazzino e ha scelto come propria mission un processo di miglioramento continuo per progettare sistemi di sicurezza all’avanguardia che sappiano soddisfare le esigenze di un mercato in costante e rapida evoluzione. Le attività di Ricerca&Sviluppo della multinazionale inglese sono organizzate in diversi dipartimenti con oltre 30 persone dedicate – su circa 400 totali – per sperimentare nuove mescole e materiali, progettare nuove macchine di produzione e sviluppare nuovi sistemi di protezione.

“Per lo sviluppo dei nostri prodotti”, spiega Marco Chiavarini, Managing Director di A-SAFE Italia, “l’attività di testing ha un valore insostituibile: ogni nuovo materiale è sottoposto ad analisi e verifiche per comprendere come agirà nei diversi contesti operativi, così come ogni nuova barriera partendo dalla sua progettazione in CAD è oggetto di numerose simulazioni seguendo il metodo dei sistemi ad elementi finiti che ci consente di simulare ed ottenere indicazioni pari al 90% di quanto avverrà durante le prove reali di certificazione per arrivare così a una più precisa prototipazione e ridurre notevolmente il time to market”.

Il ruolo chiave dell’Italia nel panorama europeo

L’innovazione in A-SAFE non è rivolta esclusivamente alla gamma di prodotti e soluzioni, ma coinvolge l’intero gruppo che sempre più si sta strutturando come multinazionale per lavorare in modo sinergico con le varie filiali dei diversi Paesi e trasferire ai clienti il valore di uno scambio continuo di know how.
In particolare, la casa madre sta rivolgendo grande attenzione all’Italia, con investimenti sia in risorse umane sia in tecnologia, mirati a far crescere una realtà strategica sia nell’ottica di un vivace mercato locale sia all’interno del più ampio mercato europeo e globale.

“Abbiamo già acquisito un terreno di 14.000 mq”, conferma Chiavarini, “dove progettiamo di realizzare – nell’arco dei prossimi due-tre anni – una nuova sede che avrà una valenza non solo commerciale, ma che ospiterà anche aree di magazzino e linee produttive, per essere ancora più vicini ai clienti italiani e alle loro esigenze e per mettere a frutto il patrimonio di esperienza raccolto sul campo qui nel nostro Paese. Punto di forza della sede italiana sarà anche il fatto di poter contare su una rete di partner e fornitori sul territorio che rappresentano un’incredibile ricchezza a livello di competenze e una leva competitiva importante in ottica di prossimità e quindi di reattività e capacità di ascolto delle specifiche esigenze”.

La scelta della casa madre di puntare sull’Italia premia il percorso di crescita portato avanti dalla filiale tricolore dalla sua attivazione ad oggi: nel 2019 A-SAFE Italia sta conseguendo un aumento del fatturato del 50% rispetto all’anno precedente e conferma il passo decisamente spedito con cui la società è progredita negli ultimi anni. “Sono convinto”, rivela Alessandro Boccolini, Business Development Manager di A-SAFE Italia, “che il merito dei risultati conseguiti e degli obiettivi di ulteriore crescita che abbiamo potuto prefissarci sia da attribuire sia alla validità dei prodotti e delle soluzioni proposte, sia alla capacità del team che siamo riusciti a mettere in campo. Un team che viene supportato dalla casa madre secondo una strategia che lascia grande libertà d’azione e consente così di agire con flessibilità e reattività, in ascolto alle specifiche esigenze del territorio in cui operiamo”.
Questo positivo atteggiamento di apertura e di scambio continuo arricchisce l’intero gruppo, basti pensare che alcuni dei nuovi prodotti che completano la gamma di soluzioni offerte da A-SAFE in tutta Europa sono nati per rispondere a necessità specifiche espresse da clienti italiani, come per esempio le linee di protezioni sviluppate per il settore food e la cold chain.

Sicurezza: work in progress

“Non vogliamo, però, che il nostro ruolo di consulenti si esaurisca nella progettazione e implementazione di soluzioni di magazzino”, tiene a sottolineare Chiavarini, “ma, abbracciando una prospettiva più ampia, ci siamo impegnati per collaborare alla definizione di uno standard per garantire la sicurezza negli ambienti dedicati alla logistica e alla produzione. Oggi il settore è, di fatto, privo di una normativa univoca e completa di riferimento per quanto riguarda i sistemi di protezione antiurto, mentre per lavorare bene e in sicurezza è imprescindibile avere degli standard codificati e condivisi”.

Si tratta di un percorso avviato nel 2015 insieme al BSI – British Standards Institution – omologo inglese dell’italiano UNI – Ente nazionale italiano di unificazione, che lo scorso anno si è a sua volta interessato al progetto. Dopo due anni di lavoro, nel 2017 diverse realtà – tra cui molte società blue chips come Nestlè, Mars, DHL e Jaguar Land Rover – hanno partecipato alla redazione del PAS13, un documento che riassume le principali linee guida relative alla progettazione ed implementazione delle barriere di protezione, comprendendo le descrizioni delle fasi di test, dei materiali utilizzati e delle modalità di installazione nei diversi contesti applicativi.

PAS13: quando al sicurezza è un lavoro di squadra

“Si tratta”, conferma Chiavarini, “di una tappa fondamentale di un percorso intrapreso per sensibilizzare e creare una nuova cultura della sicurezza. L’obiettivo è abbandonare il vecchio concetto secondo cui le barriere antiurto dovevano proteggere le “cose” materiali, passando invece ad una definizione di spazi e di aree sicure per evitare pericolose interferenze tra uomo e macchina”.

In Italia, le linee guida contenute in PAS13, sono state adattate al contesto nazionale e saranno a breve convertite in due specifiche tecniche UNI che verranno pubblicate entro la metà del 2020, rappresentando così una vera e propria bussola per la sicurezza negli ambienti di lavoro. Il passo successivo sarà riuscire ad estendere la normativa a livello europeo tramite una certificazione EN o ISO.

“Sarà essenziale fare formazione a tutti i livelli, a partire dagli utilizzatori in campo, così da consolidare una diffusa cultura della sicurezza”, spiega Marco Chiavarini, “Anche in questo ambito intendiamo dare il nostro contributo, formando adeguatamente le nostre risorse interne, i nostri partner e i nostri clienti fidelizzati e potenziali. Già oggi i nostri clienti possono avere la certezza di disporre di soluzioni che soddisfano appieno le linee guida che diventeranno presto normativa, ma soprattutto di poter contare su una multinazionale come la nostra che non si ferma mai, è invece alla ricerca costante di un equilibrio dinamico che ci consenta di crescere in innovazione e sicurezza”.

Francesca Saporiti

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di ottobre de Il Giornale della Logistica


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