Il Logistic Performance Index 2023 fornisce una misura della capacità di 139 Paesi nel mondo di movimentare merci con velocità e affidabilità e di quantificare la competitività della logistica a livello internazionale. L’Italia resta ferma al 19° posto: tra gli attori del settore interpellati, Carlo De Ruvo, Presidente di Confetra, commenta qui di seguito la performance del nostro Paese.
Le ragioni della lentezza dell’Italia
“Nel commentare i dati relativi all’indice LPI 2023 va fatta una doverosa premessa; questo è un indice quali-quantitativo che si ottiene attraverso interviste a grandi player del settore su sei fattori di competitività misurati su una scala semplificata che va da 0 a 5 – dichiara Carlo De Ruvo, Presidente di Confetra -. Tutto ciò per dire che l’indagine è interessante perché fornisce un quadro a livello globale della competitività della logistica dei diversi Paesi, ma attraverso una semplificazione del contesto di riferimento. Dall’analisi dei dati emerge quindi che l’Italia si sta muovendo più lentamente di altri Paesi, a causa di criticità di sistema che in parte potrebbero essere affrontate con politiche per la semplificazione, l’innovazione digitale e l’efficientamento delle procedure operative, al fine di garantire una maggiore fluidità dei traffici e una migliore competitività dell’intero sistema italiano. Del resto, l’attenzione della politica verso la logistica è ancora scarsa; l’esempio è rappresentato dai soli 250 milioni (su 192 miliardi) riservati nel PNRR al settore e di questi, in particolare, i 175 milioni direttamente destinati alle imprese di trasporto e logistica per incentivi tecnologici e digitali”, aggiunge De Ruvo.
Cosa bisogna migliorare
“Il principale problema del nostro paese è l’immobilismo; mentre gli altri corrono noi camminiamo o restiamo fermi – sostiene il Presidente di Confetra -. Si parla molto di sburocratizzazione, ma non si procede mai a realizzare una reale semplificazione normativa. La dotazione infrastrutturale italiana progredisce molto lentamente, comunque in misura minore rispetto ad altri Paesi, e i tempi di realizzazione delle opere pubbliche stridono con la velocità con cui evolve la domanda di mobilità. Le priorità per il mondo della logistica sono, in particolare, la necessità di semplificazioni normative a saldo zero e l’attuazione dello Sportello Unico Doganale, associate a una diffusa digitalizzazione delle imprese e dei sistemi logistici. Anche la piena entrata in funzione delle ZES (Zone Economiche Speciali) e delle ZLS (Zone Logistiche Semplificate) potrebbe rilanciare l’efficienza e la competitività dei nodi del sistema logistico nazionale. L’efficienza delle procedure operative è vitale per garantire una maggiore fluidità dei traffici e una migliore competitività dell’intero sistema paese. Non va poi dimenticata la formazione professionale per la logistica, un settore labour intensive per definizione, che ad ogni livello incontra difficoltà a trovare figure adeguate alle proprie necessità. Oggi è molto complicato far arrivare a un giovane informazioni corrette su che tipo di lavoro sia, ad esempio, quello dello spedizioniere internazionale; un grande aiuto in tal senso potrebbe arrivare dalle scuole professionali e dagli istituti tecnici; un altro supporto potrebbe venire dalla previsione di percorsi formativi specifici nell’ultimo anno di scuola tecnica dedicati al conseguimento della patente C e della CQC, per incentivare i giovani all’approccio del mestiere di autotrasportatore”, conclude De Ruvo.
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