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ASSA ABLOY Entrance Systems: il futuro è alle porte

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Una porta è un elemento di connessione tra due mondi differenti. Separa e contemporaneamente mette in comunicazione un “esterno” e un “interno”, caratterizzati da condizioni ed esigenze anche molto diverse. Questa duplice valenza assume una rilevanza ancora maggiore in ambito logistico, dove il funzionamento di un portone sezionale o di una baia di carico possono condizionare fortemente l’attività sia in termini di produttività, sia di sicurezza e sostenibilità.

Ne abbiamo parlato con Mauro Cavazzoni, Direttore Generale di ASSA ABLOY Entrance Systems Italy, che ci ha aperto la porta su un nuovo punto di vista nell’approccio alla logistica. Cavazzoni ha iniziato raccontando del percorso fatto dalla propria azienda, per poi ampliare il discorso all’intero mercato: “La nostra realtà è organizzata in business unit: quella dedicata al settore industriale ha compiuto, negli ultimi due anni, un grande balzo in avanti, segnando una crescita superiore al 65%. Per conseguire questo risultato”, sottolinea Cavazzoni, “le installazioni nella logistica hanno giocato la parte del leone, portando il fatturato di questo segmento di mercato al 50% del totale della nostra BU industriale. Grazie all’integrazione delle nostre soluzioni presso magazzini e centri distributivi, la business unit industriale è passata dai 12 milioni di fatturato del 2017 ai 20 del 2019, dei quali 10 maturati nel settore logistico”.

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Per comprendere le motivazioni di questi risultati è necessario fare un passo indietro. “La crisi dirompente scoppiata nel 2008-2009 ha protratto i suoi effetti negativi fino al 2012 quando si sono manifestati i primi timidi segnali di una lenta e graduale ripresa”, ricorda Mauro Cavazzoni, “è però negli ultimi due anni che si è iniziato ad assistere ad una netta accelerata. Tra i fattori trainanti di questa diffusa tendenza positiva vi è, senza dubbio, lo sviluppo dell’e-commerce”. Nel 2019 il valore degli acquisti online nel segmento B2c in Italia è arrivato a sfiorare i 31,6 miliardi di euro, segnando un +15% rispetto al 2018. L’impatto sulla logistica è enorme: quest’anno le spedizioni – esclusi i resi – hanno raggiunto il numero record di 318 milioni.

Il fenomeno e-commerce e il suo impatto sulla logistica

“Il fenomeno e-commerce”, spiega Cavazzoni, “non è il solo elemento che ha fatto ripartire gli investimenti. Ci sono state acquisizioni, concentrazioni di stabilimenti produttivi, delocalizzazioni.  Mentre molti operatori logistici rimanevano in attesa di capire cosa riservasse il futuro, i magazzini hanno raggiunto livelli medi di saturazione superiori al 95%, quando sappiamo che un magazzino per funzionare al meglio dovrebbe avere un tasso di riempimento intorno all’80%. Aspettare ulteriormente avrebbe portato ad una nuova paralisi e quindi gli operatori logistici si sono mossi per risolvere questa situazione”.

ASSA ABLOY Entrance Systems, grazie alla sua struttura internazionale e nazionale e all’impegno costante nell’innovazione ha potuto cogliere le opportunità aperte, sia grazie ad accordi internazionali con big player del calibro di DHL Express, Amazon o Zalando, sia tramite relazioni importanti con costruttori e sviluppatori come Engineering 2K, Techbau e GSE.

I tre driver dello sviluppo: sicurezza, sostenibilità e valorizzazione delle risorse umane

Il macrotrend di crescita è dominato da tre aspetti principali che agiscono da driver dei nuovi sviluppi: una rinnovata attenzione alla sicurezza, una maggior sensibilità alla sostenibilità ambientale e una domanda sempre più marcata manodopera qualificata sia per il mondo del trasporto sia per le attività di magazzino. “È su questi elementi”, conferma Cavazzoni, “che si stanno focalizzando le attività di Ricerca&Sviluppo di aziende come la nostra, per trovare soluzioni che combinino al meglio la risposta a queste esigenze con efficienza e profittabilità”.

La logistica sta sempre più ampliando il proprio raggio d’azione, risalendo la supply chain e integrandosi sempre più nei processi produttivi, facendosi carico di nuove attività a valore aggiunto che richiedono nuove competenze e nuovi spazi dedicati. “Questo trend”, spiega Mauro Cavazzoni, “ridisegna completamente i magazzini dovendo creare, all’interno delle superfici tradizionalmente dedicate a movimentazione e stoccaggio, nuove aree per la gestione dei resi, il ricondizionamento, il packaging, la customizzazione degli ordini…etc. In più, i volumi accresciuti e la polverizzazione degli ordini conseguenza dello sviluppo dell’e-commerce ha cambiato il volto dei magazzini anche accentuandone le dimensioni e lo sviluppo in altezza – utilizzando però non solo scaffalature a tutta altezza, ma con un ampio ricorso ai mezzanini per diversificare le aree operative – e hanno aumentato il numero di baie di carico, ora sempre più ravvicinate, con un impatto diretto su sicurezza e sostenibilità ambientale.

Da queste esigenze nascono nuovi parametri di sviluppo degli immobili che devono assicurare agli operatori spazi confortevoli in cui lavorare, con una buona luminosità, temperature il più possibile costanti – quindi con ambienti con limitate dispersioni – senza polveri, spifferi ed eccessiva rumorosità. In tale ottica, l’area del carico/scarico è senza dubbio una zona critica, rappresentando un varco tra l’ambiente esterno e quello interno ed è qui che è possibile fare innovazione”.

Le opportunità di ottimizzazione che passano da una porta

Attualmente ASSA ABLOY Entrance Systems ha in corso un progetto di raccolta dati a livello internazionale che, in un ambito molto più ampio di digitalizzazione delle macchine (il cosiddetto IOT), ha anche l’obiettivo di misurare le differenze di prestazione tra le diverse baie in attività. “Si tratta”, spiega Cavazzoni, “di un’opportunità molto interessante perché non solo ci consente di individuare KPI utili per monitorare le performances delle nostre soluzioni e suggerire nuove strategie di utilizzo, ma soprattutto perché mette in evidenza come le baie di carico inizino ad essere percepite come elemento produttivo di un processo. Poter misurare le prestazioni delle baie, quindi, diventa un parametro interessante per cogliere nuove opportunità di ottimizzazione, con la consapevolezza che i varchi di input/output dei magazzini rappresentano un’area critica che può determinare il successo o l’insuccesso di tutta una serie di operations”.

Oggi che si è entrati, finalmente, nell’ordine di idee secondo cui la logistica è essa stessa un processo produttivo, si inizia a comprendere come una baia non efficiente possa avere lo stesso impatto di un fermo macchina in produzione e che quindi sia un elemento imprescindibile da analizzare alla ricerca della massima efficienza possibile.

Nello sviluppo di nuove soluzioni e nell’integrazione delle stesse negli ambienti di magazzino è necessario lavorare, a monte, alla codificazione di processi caratterizzati da logiche consequenzialità, così da eliminare, di fatto, tutte le aree non sicure. “Prevedere, per esempio, che non camion non possa partire se la baia non è chiusa, o stabilire che la baia non possa essere aperta se l’operatore incaricato del carico/scarico non è ad una certa distanza, permette di aumentare gli standard di sicurezza, ma richiede un notevole scarto a livello concettuale rispetto a quanto si è fatto fino ad ora poiché pone l’accento su tutte le possibili inferenze ed interferenze tra i diversi strumenti di magazzino”.

Francesca Saporiti

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di Novembre de Il Giornale della Logistica


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Il Giornale della Logistica

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