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Dalmine Logistic Solutions per La Molisana: storia di una collaborazione tutta italiana

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Quando si sente parlare di “Made in Italy” si ha talvolta la sensazione di trovarsi di fronte a una forzatura se non addirittura all’abuso di un concetto decisamente inflazionato. Non è sempre così, naturalmente. Nel caso di Pastificio La Molisana, difficilmente potrà essere messo in discussione che l’italianità sia un principio fondante e non una scelta di facciata. Fondata nel 1912 a Campobasso, l’azienda ha radicato qui le sue radici. Il forte legame con il territorio ha fatto da stimolo e collante nella costruzione di una filiera fortemente integrata e controllata, ma prima ancora selezionata secondo quelli che sono i valori dell’azienda. Ed è in questo modo che La Molisana ha riempito di sostanza la promessa fatta al consumatore di “solo grano italiano”.

Sono italiani al 100% l’azienda, la proprietà, la filiera, il prodotto, la materia prima e in larga parte anche lo stabilimento ex-carpenteria a Guardiaregia (CB) rilevato due anni fa e destinato a diventare il principale hub di Pastificio La Molisana per lo stoccaggio e la distribuzione via container di carichi pallettizzati destinati principalmente ai mercati esteri – soprattutto USA, Canada, Giappone ed Europa dell’Est. L’operazione si inserisce nell’ampio piano di investimenti avviato negli ultimi dieci anni, diventando un tassello chiave di un percorso evolutivo iniziato più di un secolo fa.

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Il sapore della tradizione e il gusto dell’innovazione

La lunga storia del pastificio molisano è composta di eccezionali slanci, qualche piccola frenata e quindi la grande ripartenza avvenuta quando, undici anni fa, la famiglia Ferro – capitanata da Giuseppe Ferro jr con la sorella Rossella ed i cugini Flavio, Francesco e già titolari delle Semolerie Ferro – ha assunto la guida dell’azienda e ne ha rilanciato il marchio. Da quel momento, la cavalcata è stata sensazionale: crescita record delle vendite e dei volumi, ampliamento del mercato a livello globale (oggi circa il 40% della produzione va oltre confine), investimenti crescenti per sostenere lo sviluppo del prodotto e potenziare strutture e infrastrutture. “Un excursus notevole – conferma il Responsabile dell’ufficio logistica Massimo Licciardello -. Nel 2011, l’azienda produceva e commercializzava 25mila tonnellate di pasta all’anno e fatturava circa 90 milioni di euro. Nel 2022, siamo arrivati a 180 mila tonnellate prodotte e 370 milioni di euro di fatturato. Abbiamo inoltre dieci linee produttive con una capacità di pastificazione di 600 tonnellate giornaliere, e tra qualche mese avvieremo l’undicesima linea. Il “boom” della domanda – prosegue Licciardello – ci ha portati progressivamente ad ampliare l’offerta e quindi la struttura produttiva, rendendo di conseguenza necessario anche un graduale adeguamento logistico”. E qui si inserisce l’acquisizione e la ristrutturazione del magazzino di Guardiaregia.

Un nuovo magazzino strategico

L’immobile di 20.000 mq si trova a circa 25 chilometri da Campobasso e dallo stabilimento principale dell’azienda, ma soprattutto al crocevia tra l’autostrada A1 e le vie di collegamento con l’Adriatico, i porti di Napoli e Salerno e alcuni dei più grossi bacini distributivi. “Rispetto al plant principale, questo immobile ci permette di risparmiare 50 km di strada per raggiungere gli imbarchi campani. Ne consegue, oltre un’ottimizzazione dei flussi, anche un minor impatto ambientale”, evidenzia Licciardello.

La riqualificazione del magazzino è stata realizzata in collaborazione con Dalmine Logistic Solutions, tra i principali produttori italiani di scaffalature industriali, soluzioni di stoccaggio, impianti automatici e strutture autoportanti. “Collaboriamo con La Molisana da quasi 20 anni e abbiamo realizzato per loro numerose installazioni – dice Andrea Cammi, Co-founder & CEO di Dalmine LS –. In questo caso, l’esigenza dell’azienda era avviare, in tempi piuttosto rapidi, un nuovo magazzino dove convogliare bancali di prodotto finito che, non trovando posto nel magazzino dello stabilimento centrale, venivano trasferiti in depositi di terzi”. Lo studio di progettazione, partito all’inizio del 2021, è durato diversi mesi. “Abbiamo accompagnato l’azienda nella valutazione e quindi nella scelta di una soluzione che fosse la più tecnicamente economica e operativamente vantaggiosa. Le opzioni proposte al cliente erano sostanzialmente tre – descrive Cammi: – la prima prevedeva una movimentazione automatica con carrelli trilaterali e scaffalatura porta pallet; una seconda soluzione si concentrava sull’opportunità dello stoccaggio in doppia profondità per ottimizzare la capacità; infine, la terza soluzione prevedeva l’installazione di scaffalatura porta pallet e la movimentazione tramite carrelli retrattili e transpallet manuali”.

Nicoletta Ferrini

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Gennaio-Febbraio 2023 de Il Giornale della Logistica


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