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Alisped Logistics: il nostro impegno per una moda davvero sostenibile

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C’era una volta la moda. E cosa c’è, oggi? Sempre la moda, ma sempre più fast. Con i cambiamenti del consumo di massa e con lo sviluppo degli e-commerce, la vita media dei capi d’abbigliamento è diventata molto più breve rispetto a un tempo: i vestiti non vengono quasi più riparati ma gettati, andando a riempire le discariche.

In questo scenario, qual è il ruolo della logistica? A rispondere Paolo Traisci e Laura Taraborrelli, rispettivamente General Manager e Sales Manager di Alisped Logistics, business unit 3PL di Alisped International Forwarding, specializzata in fashion, reverse logistics, logistica e-commerce e co-packing.

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Il ruolo della logistica

“Siamo convinti che la logistica possa contribuire a rendere più sostenibile la supply chain non solo riducendo e compensando le emissioni da trasporto – spiega Laura Taraborrelli -, ma anche offrendo soluzioni che riducano l’impatto della filiera e favoriscano comportamenti virtuosi”. “La logistica non è solo il braccio operativo dei brand che le affidano la gestione del magazzino, ma può avere un ruolo attivo sul tema della sostenibilità – aggiunge Paolo Traisci – e mettere a punto soluzioni che permettano ai brand di allungare la vita utile dei loro prodotti o favorirne il riciclo. Possibilmente, le soluzioni devono essere di facile implementazione, così che le aziende possano adottarle in modo agile e senza grossi investimenti, cosa che le scoraggerebbe”. Il modello a cui tendere, secondo Alisped, è senz’altro un modello circolare: che abbia a cuore la sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica.

Reverse logistics

Uno dei tasselli della supply chain su cui può intervenire la logistica è senz’altro la gestione dei resi. Il fenomeno del reso interessa praticamente tutti gli e-commerce, soprattutto nel settore moda: Alisped ha proposto perciò alle aziende un programma di recupero dei capi resi, rivenduti o invenduti, che offre un’alternativa sostenibile e profittevole alla distruzione. “Il nostro è un modello circolare, che, al di là del termine fin troppo abusato – spiega la Sales Manager – vuole riportate i capi nelle migliori condizioni possibili, renderli riutilizzabili e trovare loro una destinazione utile: i capi vengono riparati, indirizzati verso il canale re-commerce o verso qualunque iniziativa il brand decida di perseguire, in alternativa riciclati e, solo in ultima analisi, distrutti”.

Il ciclo di Alisped Logistics

Il modello circolare di Alisped funziona così: il magazzino riceve i prodotti dalle aziende attraverso diversi canali – resi da ecommerce, invenduto da negozi o distribution centre, programmi di take-back. I prodotti vengono controllati e selezionati secondo linee guida condivise con i brand e divisi in utilizzabili e inutilizzabili. Quelli ancora utilizzabili vengono riparati e quindi immessi nuovamente nel ciclo di vendita, mentre quelli inutilizzabili possono essere riciclati secondo le logiche di upcycling o downcycling.

Un servizio a tutto tondo

Un modello che potrebbe aumentare indirettamente la richiesta di capi di qualità – quelli che ha senso riparare e rimettere in circolo – e rendere meno vantaggiosa la scelta di acquistare fast fashion. Ricaduta positiva a parte, la comodità per le aziende sta proprio in questo servizio a tutto tondo di cui si occupa direttamente Alisped, senza bisogno di intermediari.

“Il modello in outsourcing – spiega Paolo Traisci – può generare economie di scala tali da rendere il recupero e il riciclo dei prodotti economicamente sostenibili”. Se tutte le aziende dovessero creare un servizio interno di riparazione e gestione del reso, il riciclo avrebbe costi esorbitanti: l’economia di scala, invece, è la risposta giusta alla domanda di sostenibilità perché mette le imprese nella condizione economica di poter fare una scelta green e consapevole, nel modo più semplice possibile. Quando i costi di gestione sono troppo elevati, invece, all’azienda non conviene riparare o riciclare e il capo d’abbigliamento può facilmente diventare un rifiuto.

Anche il riciclo è tutt’altro che semplice: i prodotti fashion sono spesso composti da più materiali e diverse parti (bottoni, zip, etichette, applicazioni ad esempio) e devono essere disassemblati prima di poter essere indirizzati al riciclo. In questo contesto può inserirsi l’offerta della logistica: a monte e a valle del consumo, per gestire direttamente scarti di produzione o prodotti restituiti dal mercato o per facilitare attività complementari come appunto il riciclo.

Camilla Garavglia

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Marzo 2023 de Il Giornale della Logistica


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