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La seconda edizione dell’Osservatorio Cargo Aereo: strategicità e potenzialità del trasporto aereo merci

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La completa digitalizzazione della seconda edizione dell’Osservatorio Cargo Aereo ha favorito la presenza di tutti i principali attori.

Sul tavolo un dato di fatto: il cargo aereo rappresenta il 2% del volume dell’export nazionale extra UE ma quel 2% equivale, in valore, al 25%.

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Lo studio è stato presentato nel corso di un convegno digitale voluto da ANAMA e dal Cluster Cargo Aereo in collaborazione con TRT Trasporti e Territorio e a tracciarne i contenuti è stato appunto Giuseppe Galli di TRT.

Metodo scientifico

TRT si è mosso con metodo scientifico, descritto da Galli in premessa.

Intanto circoscrivendo l’universo di analisi a cominciare dalla lista degli aeroporti considerati: Milano Malpensa, Bergamo Orio al Serio, Roma Fiumicino, Venezia e Bologna da parte italiana. Francoforte, Monaco di Baviera, Parigi Charles de Gaulle, Schiphol Amsterdam e Lussemburgo lato Europa.

Incrementi significativi

In linea di massima si registra un incremento significativo della modalità air rispetto al sea con l’unica eccezione dell’automotive.

Il dato appare in crescita costante ma l’Osservatorio ha il merito di considerare i gap da colmare piuttosto che compiacersi dei risultati raggiunti.

Le principali criticità da risolvere sono due: affidabilità del servizio e transit time.

Capillarità e frequenza

Le imprese chiedono un incremento del numero delle destinazioni, da un lato, e una maggiore frequenza dei voli dall’altro.

Fabio Lazzerini, amministratore delegato della newco Alitalia, ha puntualizzato come “la newco pone al centro del suo piano industriale lo sviluppo del cargo aereo” e il piano industriale verrà costruito “in collaborazione con tutti gli attori del Cluster”.

La seconda criticità deriva dalla carenza di infrastrutture adeguate, “per esempio poli logistici aeroportuali di consolidamento dei flussi e sviluppo di infrastrutture aeroportuali dedicate” – sostiene ANAMA. Un gap solo parzialmente ridotto dagli interventi sopraggiunti a Malpensa tramite l’esperienza di Cargo City.

La sottile linea d’ombra

Tra i protagonisti della sottile linea d’ombra sui confini dell’export una parte da protagonista spetta all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Al dibattito ha preso parte il direttore Marcello Minenna: “Logistica, commercio globale e PIL dovrebbero essere in un legame diretto di correlazione positiva. In Italia, invece, diventano un trilemma impossibile”.

Tra Confetra e Fedespedi

Confetra e Fedespedi hanno portato il punto di vista delle imprese.

Guido Nicolini (presidente Confetra) ha sottolineato come “la logistica, il trasporto e il cargo aereo hanno bisogno di un forte impulso” in concreto, e non riconoscendone solo a parole il ruolo strategico, talora eroico, svolto in tempi di pandemia.

Silvia Moretto (presidente Fedespedi) è partita da un dato di fatto: “in base all’indice di fluidità logistica (LPI) l’Italia si trova al diciannovesimo posto” e questo non va bene ed è la conseguenza “di trent’anni di politiche di altri Paesi che hanno, al contrario di noi, posto la logistica e le sue infrastrutture al centro di un progetto di sviluppo”.

Parola di ministro

I lavori si sono conclusi con un messaggio della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli:

“È necessario sbloccare gli investimenti sul settore ed è esattamente quanto il Governo sta facendo.

Nel piano Italia Veloce, parzialmente finanziabile probabilmente con i fondi del Recovery Fund, abbiamo introdotto una serie di infrastrutture che possano rendere gli aeroporti intermodali”.

E vanno sostenuti e accompagnati “gli sforzi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per velocizzare le fasi autorizzative” e quelli attuati da tutti gli attori del cluster, a cominciare dalla newco Alitalia, per lo sviluppo del trasporto merci.

Per approfondire

Per chi desidera approfondire Il Giornale della Logistica dedicherà un più ampio articolo al Convegno nel prossimo numero di dicembre 2020.

 

 

 

 


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