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Le sfide della logistica e l’intermodalità nel report di CargoON

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La quarta edizione del rapporto “Market Insight ON” realizzato da CargoON si propone di confermare come l’uso del trasporto intermodale riduca le emissioni di carbonio dell’80% ed evidenzia come sembri inevitabile un trasferimento parziale delle merci dai camion alle piattaforme ferroviarie. Ma il trasporto intermodale è davvero destinato a salvare il continente dalle eccessive emissioni di carbonio e dalla carenza di autisti? A questa domanda rispondono gli esperti nel rapporto dell’azienda.

L’importanza dell’intermodalità cresce

La Commissione europea ha annunciato all’inizio degli anni ’90 che i treni merci avrebbero presto dominato le rotte di trasporto europee. Oggi, a quasi 30 anni da queste dichiarazioni, i revisori della Corte dei conti europea hanno segnalato alla Commissione non solo l’inefficacia dei suoi progetti, ma soprattutto la palese incoerenza del suo operato. Questo significa che il trasporto intermodale ha perso la sua ragion d’essere? Al contrario, dopo la pandemia e l’inizio della guerra in Ucraina, l’intermodalità si è guadagnata un posto in prima linea nelle discussioni degli esperti. Ma, cosa più importante, è finalmente iniziata un’azione reale per rendere il trasporto intermodale un importante complemento dell’autotrasporto. “Raddoppiare la quota del trasporto ferroviario di merci entro il 2050 è un obiettivo molto ambizioso per la Commissione europea. C’è ancora molto lavoro da fare. L’infrastruttura ferroviaria deve essere potenziata, ma allo stesso tempo deve essere migliorata la percorribilità delle principali direttrici stradali europee. Anche gli autotrasportatori e gli operatori logistici devono prepararsi ai cambiamenti afferma Matteo Codognotto, Marketing & Innovation Group Director di Codognotto Group.

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Le sfide del trasporto intermodale

La consapevolezza delle numerose sfide che il trasporto intermodale deve affrontare è condivisa anche dai revisori della Corte dei conti europea che hanno esaminato l’operato dei vettori ferroviari, la condizione delle infrastrutture di trasporto e la qualità dei servizi intermodali. Sono giunti alla conclusione che dei sei paesi analizzati, vale a dire Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Germania e Polonia, nessuno è pienamente preparato a gestire le catene intermodali. Come nelle precedenti edizioni, anche gli autori del report Market Insights ON cercano di dedurre dai dati disponibili cosa ci aspetta per le filiere nei prossimi mesi. Gli indicatori economici nell’Unione Europea sono in calo, la Germania attraversa una leggera recessione e spesso i vettori non hanno merci da trasportare. D’altro canto, la relativa stabilità del mercato dei carburanti e le barre dell’inflazione che si muovono lentamente verso il basso nelle economie più forti sono segnali incoraggianti. Le aziende hanno anche una buona opportunità per ridurre i costi di trasporto, poiché le tariffe di trasporto sono in costante calo. I prezzi più bassi sono dovuti al rallentamento delle economie europee e al calo dei consumi. Meno lavoro per i fornitori significa automaticamente una diminuzione della domanda di capacità. Ma le variabili che influenzano i vettori sono così tante e a volte così instabili che non è affatto detto che le tariffe non saliranno di nuovo.

È possibile scaricare gratuitamente il rapporto completo al seguente link:https://cargoon.eu/it/lp/mion-4/


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