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Mergers & Acquisitions: tutto il bello di fare squadra

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L’ultimo report pubblicato a fine 2022 dal Centro sulla Logistica e il Supply Chain Management dell’Università Cattaneo raffigura una situazione molto variegata del settore Trasporti & Logistica. Stiamo parlando di oltre 80.000 imprese per un fatturato totale di quasi 90 miliardi di euro in Italia e oltre 200 miliardi in Europa. Crisi pandemica, aumento dei trasporti marittimi e su rotaia e l’incremento delle vendite online sono alcuni dei fattori di cambiamento di un mercato sempre più dinamico e frizzante.

La crescita del settore è stata incentivata anche dalla politica di “terziarizzazione”, soprattutto da parte della catena manifatturiera, alimentare e farmaceutica. Le aziende esternalizzano i servizi di gestione operativa di tutte le funzioni di logistica, allocando all’esterno anche il rischio operativo. Si stima che in Italia gli immobili adibiti a uso logistico occupino una superficie totale di oltre 40 milioni di metri quadrati, con oltre 3.500 magazzini, e i numeri sono in crescita.

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Il settore dei trasporti (di cui 88,1% è autotrasporto) e delle imprese che operano in attività strumentali alla logistica rappresentano la grossa fetta di player del settore (circa 80%). Le altre realtà presenti in Italia sono classificabili in operatori logistici e gestori di magazzini. Tale suddivisione, valida nella teoria, si scontra con il dato empirico: spesso, le due diverse sfaccettature sono presenti all’interno della stessa azienda che opera sul mercato con attività di stoccaggio, handling, picking, controllo qualità ecc.

Un dato che dovrebbe far riflettere è però la variazione del rapporto fatturato / n. di aziende nel corso degli anni: aumenta il fatturato e diminuisce il numero di aziende. La causa è riconducibile alle numerose operazioni di Mergers & Acquisitions (M&A) concluse con player internazionali e con realtà di medie dimensioni nazionali. Non c’è nulla da temere, tuttavia, dal momento che il settore rimane molto frammentato e, anzi, ciò rappresenta un’opportunità per le imprese di crescere e incrementare la propria quota di mercato grazie alla creazione di piattaforme logistiche. È tempo pertanto di aggregazioni. Si può vendere e si può comprare.

I metodi di valutazione

Con valutazione di azienda si intende un processo di stima del valore di impresa tramite l’applicazione di metodiche finanziarie e non. Per valore dell’impresa intendiamo il cosiddetto Enterprise Value (EV), ossia il valore del capitale operativo aziendale, a prescindere dai debiti. L’EV è la base di partenza di qualsiasi valutazione in ottica di acquisto/cessione di azienda. Non è tuttavia il valore da pagare per chiudere l’operazione. Si pagherà, infatti, l’Equity Value (EQ): EV –  PFN (differenza tra i debiti e le attività immediatamente liquidabili).

Diviene quindi imprescindibile effettuare una valutazione quanto più attendibile e precisa dell’EV. Ciò può avvenire con differenti metodologie, a seconda delle singole società oggetto di valutazione. L’impresa logistica, ad esempio, ha valore in quanto proprietaria di asset fisici rilevanti, i magazzini, e in quanto produttrice di ricchezza grazie ai servizi prestati ai clienti.

I due metodi che più frequentemente vengono utilizzati sono quello patrimoniale e quello “dei multipli”. Il primo prende in considerazione i valori del patrimonio iscritti a bilancio, considerati anche a costo di mercato e valutati con la metodica del costo di ricostruzione, rettificato dai fattori di deprezzamento. La particolarità del settore logistico sta nella strumentalità dei capannoni e/o delle celle frigo al business e, pertanto, oltre al valore del bene è utile accertare la capacità dello stesso di produrre flussi di cassa.

Il metodo dei multipli, invece, fonda la valutazione sulle dinamiche più recenti del mercato di riferimento, allineando la valutazione della singola azienda ai prezzi di operazioni di acquisto di concorrenti nello stesso settore o in uno analogo. Il multiplo di riferimento va parametrato all’Ebitda normalizzato e, attualmente, le operazioni si chiudono con multipli 8-9.8x l’Ebitda

Si tratta ovviamente di una semplificazione dal momento che, ad esempio, la normalizzazione dell’Ebitda non è mai cosa immediata, per non parlare della negoziazione della PFN e degli aggiustamenti successivi.

Andrea Filippo Mainini

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Luglio/Agosto 2023 de Il Giornale della Logistica.


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