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Prologis: urban art a cielo aperto

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Affiancare le parole “polo logistico” ai concetti di arte e bellezza può sembrare un ossimoro, ma non è così, per lo meno non più. Questo grazie al lavoro di Prologis, che da qualche anno è impegnata nel progetto PARKLife, una vera filosofia che mira a trasformare i parchi logistici in spazi e luoghi da vivere, pensati per trasmettere bellezza al personale che vi lavora e dove le comunità e la natura possono svilupparsi in armonia.

Dopo l’intervento nel Prologis Park Lodi a Somaglia e in quello di Romentino (Novara), il progetto sbarca ora all’Interporto di Bologna.

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“Con l’intervento di Bologna PARKLife fa un passo avanti – ha spiegato Sandro Innocenti, Senior Vice President e Country Manager di Prologis Italia, in occasione della presentazione del progetto -. PARKLife è una filosofia che cambia i paradigmi legati ai parchi logistici, che mette il dipendente al centro dell’attenzione. Sono nate così aree relax, camminamenti, campi da basket, aree verdi e una concentrazione di opere d’arte, dei veri e propri murales sulle pareti dei parchi logistici. Ora abbiamo superato il concetto PARKLife: non ci limitiamo più a dare qualcosa di bello al dipendente, ma vogliamo attribuire ai poli logistici un valore sociale, vogliamo un servizio che sia esteso alla comunità che vive in prossimità dei poli. Ecco perché abbiamo deciso di aprirli al pubblico, con visite guidate, in modo che l’arte – l’urban art in questo caso – sia fruibile per tutti e il sito logistico diventi un museo a cielo aperto. A Somaglia e Romentino abbiamo già iniziato e abbiamo ottenuto un riscontro decisamente positivo”.

Generatori di comunità

L’arte urbana si sta affermando sempre più come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, frutto di commissioni pubbliche o private, il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità. Le opere realizzate all’Interporto di Bologna si inseriscono in questo contesto e si pongono l’obiettivo di rendere i grandi spazi e magazzini luoghi più confortevoli ed esteticamente appaganti per quanti vi lavorano, promuovendo la socializzazione, la condivisione, diventando quindi dei generatori di comunità.

Sotto la direzione artistica di Enrico Sironi, in arte HEMO, abbiamo promosso all’Interporto di Bologna il nostro terzo intervento di urban art in Italia dopo quelli ai parchi logistici di Lodi e Romentino – ha proseguito Innocenti -. Mi auguro ora che il nostro esempio possa essere seguito da altri “mecenati” dell’urban art per far sì che l’Interporto diventi punto di incontro tra le comunità locali e luogo di lavoro che, a sua volta, potrebbe trasformarsi ospitando anche molte altre forme d’arte”.

Tutte le sfaccettature dell’arte urbana

Joys, Moneyless, Etnik e Zed1 sono i nomi dei quattro artisti italiani di fama internazionale che hanno firmato le quattro opere realizzate a Bologna. Quella di Joys, in particolare, “Panorama vibrante”, è l’opera d’arte urbana più grande d’Italia: occupa 2.000 metri quadrati di superficie, pari a 5 campi da pallacanestro. “Ho voluto coinvolgere artisti veterani del writing per catturare in una “Polaroid” la loro essenza artistica – ha spiegato l’Art Director Enrico Sironi -. Questi artisti, con oltre 25 anni di esperienza, rappresentano le radici del movimento dell’urban art italiana. La rosa inziale è stata scelta con cura per comprendere tutte le sfaccettature dell’arte urbana, dal figurativo all’astratto fino al graffuturism, e la selezione mira a mostrare la vastità dell’arte urbana, con artisti come Joys, Moneyless, Zed1 e Etnik. Abbiamo voluto mantenere la continuità tra i parchi logistici, riportando Etnik e Joys da precedenti progetti e introducendo Moneyless e Zed1”.

Gabriella Grillo

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Ottobre 2023 de Il Giornale della Logistica


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