I robot industriali spazzeranno via centinaia e centinaia di posti di lavoro o creeranno migliaia di nuove imprese intelligenti?
A Praga “Momentum”, ossia la conferenza annuale di P3, si è data l’obiettivo di provare a dare una risposta a tale quesito.
La filosofia dell’evento, giunto alla sua terza edizione, l’ha spiegata Jean-Luc Saporito, Managing Director di P3 in Italia: “un momento di riflessione sulle innovazioni e i trend importanti, un’occasione di aggregazione con i nostri clienti.
Grazie all’accelerazione esponenziale dell’innovazione, ogni anno gli speaker condividono la loro visione dei cambiamenti e ogni anno impariamo qualcosa di nuovo”.
Il cambiamento dirompente
A Sean Culey, esperto di trasformazione aziendale, è stato affidato il compito di spiegare la rivoluzione in atto.
Per farlo, Culey non si è limitato a mostrare filmati di robot in grado di sopperire alle capacità umane ma ha spiegato le ragioni sottese all’evoluzione. “Il cambiamento – ha specificato – può essere ingannevole e dirompente. Per comprenderlo occorre indagarne la causa, la natura e l’effetto”.
Il cambiamento – è emerso al Momentum – stordisce, lascia le persone e le imprese in difficoltà, mette in discussione le economie e può provocare gravi fratture nelle società. Ma, in generale, fa progredire.
L’attenzione di Culey si è quindi spostata al momento attuale, un’era diversa rispetto al passato per numerose ragioni: perché si registra una quanto mai inedita velocità di cambiamento e perché, se da un lato aumentano le competenze richieste, dall’altro la competizione è tra uomo e robot.
“L’ondata attuale è caratterizzata dalla tecnologia. Non possiamo fermarla: veicoli autonomi, cobots (ossia i robot collaborativi), stampa 3D, blockchain, intelligenza artificiale e chatbot sono già entrati nel mondo del lavoro”.
Uomini e robot
La tecnologia non si ferma ed è quindi assodato che la robotica intelligente sostituirà il personale che svolge compiti ripetitivi: in futuro i robot non saranno più gestiti da cervelli umani ma da sistemi di intelligenza artificiale che, utilizzando analisi predittive e prescrittive, potranno determinare la domanda e riprogrammare automaticamente la produzione.
“Quello che è difficile per noi – ha sentenziato Culey – è facile per i robot”. L’automazione consentirà agli imprenditori di produrre beni nel luogo in cui si trovano i consumatori (si pensi alla stampa 3D) e non dove la manodopera è a basso costo.
Addio dunque alla delocalizzazione degli stabilimenti e alla conseguente inefficienza prodotta in termini di costi di trasporto, tempi di consegna e impatto ambientale.
A supporto degli impianti di produzione localizzati si chiude il cerchio con i metodi di consegna autonomi: entrano in scena i droni, i robot di consegna elettrici e autonomi (vedi Amazon) e l’”astronave madre”, ossia quei furgoni che, muovendosi senza driver, effettuano consegne personalizzate (in termini di tempi e di luogo) grazie al supporto di robot dalle sembianze (e capacità) umane.
Emanuela Stifano
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