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Quattro chiacchiere con Andrea Mantelli – Gruppo Conad: l’uomo, il logistico, le virtù

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Andrea Mantelli, prima che direttore della Supply Chain Conad, è uomo vero animato da forti passioni e solida personalità. Dialogare con lui di logistica e dintorni si traduce in una conversazione a largo raggio sui valori del cambiamento e dell’innovazione, valori che, prima che aziendali, sono umani

Lei parla spesso di logistica collaborativa e sostenibilità.

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Prima di essere un manager sono un uomo, un marito, un papà, una persona che vive all’interno di una comunità, un cittadino che fa la spesa come un cliente qualsiasi. Mi pare naturale interpretare anche sul lavoro tematiche che mi stanno a cuore.

Un fatto di coerenza.

Posso lavorare solo in un’impresa che pone al centro l’attenzione alle persone e ai territori. Sono valori che mi sono propri e che ho trovato in Barilla, dove ho iniziato la mia attività professionale, e ritrovato in Conad, dove sono arrivato nel 2010.

Un centro commerciale è un “non luogo” oppure…?

Un punto vendita, a prescindere dalle dimensioni, è un luogo di aggregazione, una piattaforma di relazioni come a noi di Conad piace definirlo. Piccolo o grande che sia è un riferimento. Occorre partire da qui per immaginare, proporre o sostenere progetti di aggregazione nei più diversi ambiti: sport, cultura, volontariato sociale, acquisti responsabili e così via.

Addirittura. Il punto di partenza?

Non siamo numeri ma persone, ciascuno con il suo vissuto, le sue idee, i suoi sentimenti. La maturità di un territorio, e di un’impresa, si riconosce dalla capacità di saper creare o favorire relazioni in cui le Persone si riconoscono come una Comunità.

Qual è il contributo della logistica?

Migliorare il mondo in cui viviamo: se la logistica inquina e crea ingorghi diamoci da fare per ottimizzare carichi e rotte, flussi e sinergie. Agiamo per ridurre l’impatto delle attività in particolare sul clima. Ci sono un’infinità di progetti possibili ed è il minimo che possiamo fare in quanto uomini e in quanto manager.

Pensa che ci stiamo riuscendo?

I nostri nonni ci hanno lasciato un mondo migliore da quello che avevano trovato. Lo stesso sforzo ricade ora sulle nostre spalle. Ce la faremo? Non lo so, ma guai a non provarci.

C’è un metodo, una strada?

In Conad questo si traduce nel fare ogni giorno un passettino in questa direzione. La tecnologia, la scienza ci suggeriscono opportunità e strumenti. Occorre che i manager e i responsabili, ad ogni livello, ogni giorno riflettano su cosa sia possibile fare per soddisfare le Persone che sono i nostri clienti.

E cosa è possibile fare?

Ottimizzare carichi e rotte. Sviluppare progetti di intermodalità. Ricercare opportunità di collaborazione di filiera coinvolgendo produttori, trasportatori, operatori logistici, concorrenti. Partecipare a tavoli di lavoro che pongano al centro tali tematiche. Premiare le imprese che investono in progetti di sostenibilità.

Come si diventa manager e aziende innovative?

Il punto di partenza è la conoscenza della realtà in cui viviamo e dei bisogni delle persone. È impossibile progettare il nuovo senza sapere dove siamo, senza conoscere la propria azienda, le tecnologie disponibili, i progetti in essere, senza il confronto con i colleghi, gli stakeholder, i collaboratori, i nostri clienti, i concorrenti…

Una volta compiuta l’analisi?

Vanno individuate le aree di miglioramento e costruiti progetti dandosi obiettivi in termini di tempi, investimenti e relativi ritorni, risorse da impiegare. Vanno identificati i partner anche esterni che ti possono aiutare, per esempio gli stakeholder, il top management aziendale, il mondo accademico.

Come si sfugge al rischio del volontarismo, dell’indeterminatezza?

Dandosi delle priorità e traducendo il tutto in progetti concreti. Un esempio? Il totale ridisegno dei flussi distributivi operato in Conad per quanto concerne i prodotti a marchio. Un progetto molto complicato e molto importante per volumi e valori. Un progetto che, posso dire oggi, è stato completato con successo.

Il punto di partenza?

Mettere in discussione sé stessi e tutto quello che si è fatto. Fare tabula rasa, ripartire da zero, ridisegnare il network.

  • Nome e cognome: Andrea Mantelli
    Dati anagrafici e personali: Andrea Mantelli è nato a Montecchio Emilia il 28 ottobre 1964. È sposato e ha tre figli che sono al centro dei suoi pensieri. Vive da sempre a Parma.
    Curriculum di studi: perito agrario e studi universitari in Geologia. Frequenza di vari corsi di formazione manageriale
    Attività professionale: entra in Barilla nel 1988 in qualità di Programmatore della Produzione. Ne esce nel 2010 con la responsabilità dell’Area Stock & Production Planning Meals Solutions avendo acquisito competenze elevate nelle aree Produzione e Logistica. Nello stesso anno entra in Conad quale Responsabile Supply Chain Conad Centrale. Oggi è Direttore Supply Chain Conad con responsabilità inerenti l’intera logistica, il demand/replenishment planning, il customer service e i trasporti.
    Hobbies e passioni: la famiglia, i figli, le passeggiate (in compagnia anche dell’amato pastore australiano), la fotografia.

Maurizio Peruzzi

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di Marzo 2020 de Il Giornale della Logistica


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