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Rigoni di Asiago: tutta la dolcezza dell’innovazione

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È nata esattamente cento anni fa, da un’iniziale produzione familiare di miele, ma ha iniziato la sua espansione a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, fino a fare registrare nel nuovo millennio una crescita esponenziale, sia in termini di volumi lavorati (oggi siamo a circa 6.000 tonnellate) sia di prodotti proposti al mercato. In questo percorso di sviluppo, tuttavia, ha mantenuto costantemente salda l’attenzione alla qualità: tutta la produzione è da sempre biologica.

Parliamo di Rigoni di Asiago, azienda considerata tra le eccellenze italiane nel comparto food (e non solo).

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Il polo di Albaredo d’Adige

Ma come è strutturata l’organizzazione logistica di una realtà così articolata e complessa? Il fulcro di tutta la filiera, il punto di riferimento per i flussi a valle e a monte è il magazzino interamente automatico situato ad Albaredo d’Adige, in provincia di Verona, a circa 120 chilometri da Asiago. Inaugurata nel 2006, la struttura, interamente termo regolabile, è attualmente dotata di 12.000 posti pallet e di 7 rampe di carico/scarico, due delle quali riservate al vicino stabilimento produttivo di creme spalmabili, realizzato nel 2017.

Al momento dell’entrata in funzione, il polo logistico di Albaredo aveva dimensioni più contenute. “All’epoca – spiega Massimiliano Salata, Responsabile Logistico di Rigoni di Asiago -, i volumi da movimentare e gestire non erano consistenti come lo sono adesso. Di conseguenza, non disponevamo di una vera e propria logistica interna e ci servivamo di un deposito dislocato presso un corriere per la gestione degli arrivi, degli imballi e dei contenitori, e per le spedizioni in Italia e all’estero. È stato lo sviluppo degli ultimi anni a richiedere cambiamenti radicali nell’approccio ai problemi logistici”.

Le materie prime

Peraltro, la crescita dell’attività ha richiesto una diversificazione anche sotto il profilo dell’approvvigionamento delle materie prime, destinate alla produzione delle preparazioni a base di frutta e delle creme spalmabili.

Per questo, sono stati fatti consistenti investimenti in Bulgaria, paese che ha caratteristiche climatiche e pedologiche non lontane da quelle dell’Italia e che vanta un’antica tradizione nel settore di attività di Rigoni di Asiago. È stata acquisita un’azienda agricola con oltre 1.400 ettari di terreno coltivato, alla quale è stato aggiunto uno stabilimento di semi-lavorazione della frutta. Si tratta in prevalenza di frutti rossi: fragole, frutti di bosco, more, mirtilli, lamponi, ribes. Ma anche di uva spina, mele e prugnole. Dopo la raccolta, la frutta è lavorata, surgelata e confezionata in porzioni chiamate pani, praticamente pezzi di polpa di frutta, destinate a essere trasferite al sito produttivo di Foza, sull’altopiano di Asiago.

“Nonostante implichi la maggiore attenzione che deve essere riservata al trasporto di prodotti surgelati – precisa Salata -, questo modus operandi ha una notevole importanza strategica: grazie agli stock che si creano nei nostri magazzini, possiamo gestire la stagionalità nella produzione delle preparazioni a base di frutta”.

“Ma non è solamente dalla Bulgaria che provengono le materie prime per i nostri prodotti di eccellenza: in Emilia acquistiamo pesche e albicocche, in Sicilia le arance amare – aggiunge -. E anche questi fornitori dispongono di strutture in grado di lavorare la frutta e surgelarla: noi, in pratica, movimentiamo sia frutta fresca sia frutta surgelata, e per stoccare quest’ultima ci appoggiamo a un magazzino che si trova a Isola Rizza, a pochi chilometri da Albaredo”.

Il flusso logistico

Il flusso è organizzato in modo tale che i camion svolgono una sorta di servizio navetta: scendono dall’altopiano di Asiago con il prodotto finito, lo scaricano ad Albaredo, poi si recano a Isola Rizza, caricano la frutta surgelata e tornano sull’altopiano. In questo modo si controllano i costi, perché i mezzi non vanno mai in giro vuoti.

La diversità delle tipologie di prodotti (frutta surgelata e prodotti finiti) richiede l’utilizzo di vettori coibentati, a temperatura controllata, in grado di trasportare la merce sia in modalità refrigerata sia a temperatura ambiente. In certi periodi dell’anno, le due navette aziendali compiono fino a quattro viaggi al giorno, trasportando anche prodotti che non richiedono refrigerazione, come miele e nocciole.

In particolare, per quest’ultimo prodotto il percorso è diverso dagli altri, perché le creme spalmabili sono prodotte nello stabilimento di Albaredo, nei pressi dell’hub, dove quindi le nocciole arrivano già lavorate, tostate e trasformate in pasta di nocciola, e non devono essere trasportate fino a Foza e ritorno.

Giorgio Vizioli

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di aprile 2023 de Il Giornale della Logistica


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