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Automha è “company to watch of the year” e Autosatmover è premiato dall’ADI con il “compasso d’oro”

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Periodo d’oro per Automha di Azzano San Paolo, che negli ultimi mesi ha raggiunto traguardi importati come la progettazione e realizzazione ad Anversa, in Belgio, del più grande magazzino tessile “rolls” automatico del mondo, l’ottenimento dall’ADI della prestigiosa menzione d’onore “compasso d’oro” per AUTOSATMOVER e infine l’indicazione, da parte dell’agenzia di rating CERVED di “company to watch of the year”.
Risultati che sono il frutto di un lavoro trentennale di ricerca e sviluppo di macchine e sistemi per l’automazione nella logistica e che hanno reso Automha, oggi, una“factory” italiana leader nella progettazione e realizzazione di magazzini automatici di nuova concezione.

Intralogistica automatizzata

Automha progetta e produce magazzini automatici multisettore, dal tessile al food&beverage, per industrie come Bayer, Prada o Guala Group, con risultati d’eccellenza per quantità/velocità, qualità (diversificazione e personalizzazione della fornitura con margine d’errore zero) e impatto ambientale (riduzione del fabbisogno energetico).
A dispetto dell’apparenza anonima della sede aziendale – un capannone bianco nella zona logistica a ridosso dell’aeroporto di Orio al Serio, Bergamo che fa da quartiere generale alle 5 filiali in tutto il mondo, Automha rivela un’identità molto compatta, e una struttura semplice e solida: il fondatore e il socio tecnico, che sono entrambi dei creativi, e la seconda generazione, super efficiente. Una storia in quattro tappe, o dimensioni: anni Ottanta, dimensione orizzontale, con lo sviluppo di nuovi sistemi di trasporto e convogliamento per la movimentazione a terra; anni Novanta, dimensione verticale, con il focus sulla macchina traslo-elevatore automatica, in grado di stoccare a dimora i bancali in una scaffalatura e di fare anche la ripresa automatica; anni Zero, dimensione automazione, dal primo vettore Autosat a controllo remoto a Supercap, primo vettore senza batteria, alimentato da un super-condensatore, in grado di lavorare da -30° a +55° e oggi, gli anni Dieci, quarta dimensione con la tecnologia IOT per la filiera dinamica produzione-distribuzione orientata all’economia circolare.

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Parla Franco Togni, presidente di Automha

“Ho iniziato a lavorare a quindici anni” racconta il presidente di Automha Franco Togni. “Ricordo il primo giorno di lavoro, 14 settembre 1966, e mio padre che mi accompagna dentro la grande fabbrica, OTE, Officine Trasformatori Elettrici. La mia mansione: operaio. La sera, finito il turno, non tornavo a casa, ma pedalavo nella direzione opposta, a scuola, ai corsi serali dell’Esperia, l’Istituto Tecnico Industriale.
Nel 1972 prendo il diploma di elettrotecnico e chiedo un colloquio alla direzione. Voglio cambiare mansione, da operaio assemblatore a progettista tecnico. Ero molto deciso. Sapevo tutto dei nostri prodotti e avevo certe idee su come migliorarli. Mi dicono di sì, e divento progettista.

Il lavoro andava bene, ma sentivo una spinta ad andare oltre, a fare qualcosa di mio, ho in mente un mio progetto. Per un anno studio il mercato dall’interno, sul campo, facendo il rappresentante di material handling, poi, con un socio, nel 1979 apro la mia attività, Trasma, trasporti-magazzino. Progettavamo, creavamo sistemi di stoccaggio e trasporto, ma limitati alle richieste, su misura del cliente, e facevamo costruire fuori. Ma la nostra intenzione era produrre le attrezzature. Due anni dopo, 1981, ci trasferiamo in un vero capannone, a Zanica, 600mq, e iniziamo a fare produzione. Oggi la nostra sede di Azzano è posizionata in modo strategico, nella zona logistica adiacente l’aeroporto di Orio al Serio, ma quando abbiamo comprato il terreno dal comune, “era tutta campagna”.
Nel 1998 siamo già nell’ottica del magazzino automatico. Partiti dallo stoccaggio, dal semi-automatico, siamo arrivati all’idea del magazzino completamente automatizzato. Ci rendiamo conto che il futuro del nostro progetto è sui mercati esteri.

L’idea di prelevare pallet senza il bisogno dell’operatore umano diventa la nostra sfida. Investiamo molto sul progetto Autosat. Nel 2002 i primi prototipi, mille problemi da risolvere, il freddo, la forza, il peso, i comandi, la gestione, le tipologie di pallet. Nel 2010 presentiamo un’evoluzione, un salto in avanti, Supercap, un veicolo senza batteria, dotato di una tecnologia mai usata in questo ambito, di derivazione militare: un supercondensatore in grado di caricare lo shuttle in pochi secondi ad ogni missione. Oggi il nostro vettore riceva la menzione d’onore dell’International Award Compasso d’Oro per il design, e il Cerved ci indica come “company to watch of the year. Tutta la tecnologia sviluppata negli anni, diventa la nostra forza, la ragione della nostra crescita”.


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