Si chiama “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo” il documento presentato da Eni, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, a cui hanno contribuito tre delle più grandi aziende produttrici di motori navali (Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions), oltre a Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA, che hanno supervisionato il lavoro di 40 esperti che hanno lavorato congiuntamente per arrivare a una strategia comune.
Il progetto ha definito un documento di orientamento strategico, a partire dall’analisi dell’evoluzione tecnologica dei motori e dalla disponibilità, anche in termini di infrastrutture, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica. “È importante lavorare insieme per la decarbonizzazione del trasporto marittimo e portare le nostre idee a chi deve poi tradurle in leggi e norme”, spiega Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni.
“Gli armatori sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto marittimo. Tuttavia, quando si parla di combustibili alternativi, è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione, lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave. La transizione ecologica ci vede tutti coinvolti, ma siamo ancora lontani dal traguardo”, commentano Mario Mattioli, Presidente di Confitarma, e Stefano Messina, Presidente di Assarmatori.
Vettori energetici: le soluzioni possibili
I vettori energetici disponibili sono molteplici (HVO, FAME, GPL, GNL e le sue soluzioni bio e rinnovabili, metanolo, ammoniaca, carburanti sintetici e idrogeno), ma presentano applicazioni e prospettive diverse, condizionate dalla disponibilità di materie prime e dalle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione.
I biofuel rappresentano nel breve-medio termine una soluzione già disponibile: Eni e le aziende partner del progetto hanno manifestato la volontà di realizzare dei casi pilota, che consentirebbero di soddisfare i target europei e di garantire la competitività, tenuto conto di un naviglio mondiale con un’età media di poco sotto ai 22 anni che ha tempi di sostituzione molto diversi. I produttori di motori sono pronti per realizzare soluzioni ad hoc per le diverse tipologie di combustibile. Al momento gli armatori si stanno orientando verso motori mono fuel e dual fuel che utilizzano vettori liquidi o gassosi anche bio, metanolo e nel lungo termine ammoniaca e idrogeno.
Il contesto: i numeri e l’impatto ambientale
Il settore marittimo è oggi la spina dorsale dell’economia globale: il 90% delle merci è trasportato via acqua da più di 100.000 navi mercantili, che trasportano 12 miliardi di tonnellate di merce all’anno. A livello europeo, il trasporto marittimo muove circa il 75% del commercio extra-europeo e il 36% dell’intra-EU.
Sul fronte dell’impatto ambientale, si stima che le emissioni ad effetto serra generate dal trasporto marittimo pesino per circa il 3% sul totale mondiale delle emissioni climalteranti. Una percentuale destinata a raggiungere il 17% entro il 2050.
Il settore necessita di conseguenza di soluzioni di breve, medio e lungo termine, compatibili con le dinamiche economiche, per contenere fino ad azzerare le emissioni di CO2 e consentire agli armatori di rispondere adeguatamente ai target fissati dalla Commissione europea, nonché agli obblighi definiti a livello internazionale dall’IMO (International Marine Organization) e da altri ulteriori adempimenti.
Gabriella Grillo
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di Settembre 2023 de Il Giornale della Logistica
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