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SFRE: il futuro della logistica è già qui

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Progetti di valore in cui sostenibilità e automazione vanno di pari passo, per una logistica del futuro che sia green e attenta alle esigenze di innovazione del mercato. È con queste premesse che guarda al 2023 SFRE Services For Real Estate, società di Project & Construction Management, specializzata in immobili di logistica e light-industrial, fondata da Filippo Salis.

Ed è proprio con il Founder di SFRE che abbiamo fatto una chiacchierata per conoscere il suo punto di vista sul mercato e guardare agli sviluppi attuali e futuri della società.

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Il mercato immobiliare

“Il 2022 è stato un anno euforico, un anno in cui molti fondi e sviluppatori si sono buttati nella logistica – spiega Salis -, anche se poi alcuni di questi progetti si sono fermati e non sono stati portati avanti. Motivo per cui i primi mesi del 2023 sono partiti un po’ al rallentatore, ma sono fiducioso: c’è uno zoccolo duro di investitori, di progetti consolidati, che sono stati avviati o si realizzeranno nei prossimi mesi. Quindi credo che questo sarà un anno meno brillante di quello che ci siamo lasciati alle spalle, ma certamente positivo e concreto”.

Un anno caratterizzato da nuove tendenze e modelli di sviluppo innovativo, legati ad automazione e robotica. “Oggi ci sono molti sviluppi connessi all’automazione, se ne parla sempre di più e il mercato ce lo chiede – conferma Filippo Salis -. Alla luce di ciò, gli immobili logistici stanno cambiando, le così dette “big box” vengono disegnate sempre più come “box in the box”, e nel futuro prevediamo ulteriori sviluppi legati al mondo dell’automazione, dovuti soprattutto allo sviluppo dell’e-commerce”.

“Penso, per esempio, ai clienti della grande distribuzione organizzata. Questi brand stanno investendo in automazione, perché hanno capito che per crescere hanno bisogno dell’e-commerce e quest’ultimo, se fatto bene, necessita di un magazzino altamente automatizzato. L’e-commerce vive su alta precisione e puntualità: se non si vogliono avere margini di errore e tempistiche certe, bisogna automatizzare”.

Sostenibilità e automazione

Come si concilia tutto questo con il concetto di sostenibilità? “Quello di sostenibilità e automazione/robotica è un binomio che si parla, perché c’è un tema di governance ESG – Environmental, Social and Corporate. Penso soprattutto alla “S” di Social, ovvero tutto ciò che riguarda i lavoratori, che vivono queste fabbriche leggere in cui non si fa semplicemente stoccaggio, spedizione e ricezione, ma si fa molto di più. Sono luoghi in cui i flussi logistici devono funzionare in modo preciso e senza errori. Cosa che sicuramente porterà, come ha già fatto in alcuni casi – penso ad Amazon per esempio – alla riduzione del numero degli operatori logistici, ma parallelamente a un miglioramento del loro lavoro, oltre che alla richiesta di competenze nuove”. Operatori altamente qualificati, dunque, che dovranno avere competenze specifiche. Il che richiederà un adeguamento anche sul fronte della formazione.

Il progetto di Mantova per adidas

“Il rapporto economico tra contenuto e contenitore di un immobile logistico oggi è di 1 a 5: se il building costa 1, quello che c’è dentro costa 5 – continua il Founder di SFRE -. Questo ci dà la misura di dove stiamo andando. Un esempio concreto? Il polo logistico di adidas a Mantova -per cui SFRE ha ricevuto l’incarico da Logiman- il più grande al mondo dell’azienda: un complesso di 186.000 metri quadrati, per il quale l’azienda ha scelto proprio il nostro Paese. È in fase di realizzazione e per fine anno sarà pronta la prima parte. Si tratta di un cantiere importante perché rappresenta il futuro. Un progetto in cui noi abbiamo studiato un contenitore che si plasmasse esattamente sul contenuto, a partire quindi da automazione e robotica. Siamo partiti da lì, al contrario rispetto a quanto fatto in passato: prima si è deciso come far funzionare i flussi logistici, dopo si è costruito il building”.

L’attenzione ai consumi energetici

Per immobili di questo tipo, il concetto di sostenibilità si declina anche sul fronte ambientale. “I fabbricati moderni hanno la fortuna di avere coperture vastissime, ideali per gli impianti fotovoltaici – prosegue Salis – e la vera novità è che questi possono essere usati per l’autoconsumo. La presenza di elevati standard di automazione richiede, infatti, consumi energetici più elevati rispetto a quelli di un immobile logistico tradizionale e avere vasti spazi in copertura per andare in autoconsumo è un grandissimo valore aggiunto, che ci consente di avere immobili perfettamente conformi alle normative e di ottenere le giuste certificazioni”.

Si comincia poi sempre più spesso a parlare di comunità energetiche con i comuni più virtuosi, ovvero impianti in comunità con la pubblica amministrazione locale, che può decidere di utilizzare l’energia elettrica prodotta per gli scopi più diversi: i suoi uffici, i palazzetti dello sport o le famiglie in difficoltà. “In questi casi la sostenibilità sociale si fa ancora più concreta”, aggiunge Salis.

Gabriella Grillo

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Maggio 2023 de Il Giornale della Logistica

 


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