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SRM 4° MED & Italian Energy Report: energia, netto cambio di rotta

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Può la transizione energetica in atto rappresentare un’opportunità per l’area Euro-Mediterranea? La risposta a questa domanda di importanza strategica per lo sviluppo della macro-area economica è nel 4 MED & Italian Energy Report realizzato da SRM – Centro Studi di Gruppo Intesa Sanpaolo in partnership con l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino e la Fondazione Matching Energies.

Il tema dell’energia, – quasi superfluo ormai sottolinearlo – è un soggetto sempre più centrale in qualsiasi contesto di analisi, poiché il suo impatto in ogni ambito è in costante crescita, con forti variabilità e incertezze. Il Rapporto, dunque, in linea con le precedenti edizioni, prosegue nella valutazione e comprensione della situazione energetica attuale e delle prospettive future nella regione del Mediterraneo, concentrandosi in modo particolare sui combustibili alternativi – sia biocarburanti sia sintetici – che si conciliano al meglio con un approccio di economia circolare e potrebbero sostenere in modo significativo il processo di decarbonizzazione, in particolare nel trasporto marittimo.

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La transizione ha il vento in poppa?

“Il Rapporto sull’Energia nel 2022 affronta il tema dei combustibili alternativi con focus specifico sullo shipping”, sintetizza Alessandro Panaro, Head of Maritime & Energy Dept. di SRM. “Dal nostro punto di vista, si tratta di un tema fondamentale in quanto proprio il settore armatoriale è chiamato ad una grande sfida e cioè quella di dare un contributo incisivo a far diventare low carbon tutto il comparto della Blue Economy; per questo occorreranno investimenti in nuove navi che possano rifornirsi proprio con combustibili alternativi.

Il Rapporto evidenzia come il trasporto marittimo rappresenti ad oggi il 2,3% delle emissioni totali. L’impronta ambientale del settore è certamente piuttosto ridotta rispetto agli enormi volumi di merci trasportate in tutto il mondo, ma comunque la decarbonizzazione dello shipping è nella lista delle priorità sia delle Nazioni Unite, attraverso l’IMO (International Maritime Organization), sia dell’Unione Europea”.

Fonte: 4° MED & Italian Energy Report

Sostenibilità: la rotta è tracciata

Come si sta muovendo il comparto per centrare gli obiettivi di sostenibilità? “Da gennaio a ottobre 2022 il 63% della flotta negli orderbook (navi nei cantieri in costruzione) è rappresentato da mezzi alimentati con combustibili alternativi, prevalentemente Gas Naturale Liquefatto e Metanolo”, spiega Panaro e secondo autorevoli stime che hanno disegnato diversi scenari per il 2024, l’intera industria europea arriverà a spendere per la decarbonizzazione del trasporto via mare di container tra un minimo di 3,5 miliardi e un massimo di 14,5 miliardi di dollari a causa dell’applicazione delle nuove norme ambientali e il passaggio ai combustibili green.

Il GNL detiene il primato degli orderbook (nel periodo gennaio – ottobre) dello shipping con il 52% del totale della flotta alimentata con combustibili alternativi, al secondo posto il metanolo con l’8,5%. Un ulteriore 11,4% delle navi saranno “Ammonia Ready, utilizzeranno cioè l’ammoniaca come carburante navale”.

Il rischio di perdere delle opportunità

Tanto è stato fatto, dunque, e tanto si sta facendo, ma per proseguire in questo percorso di decarbonizzazione del trasporto marittimo ci sono ostacoli da superare e opportunità che rischiano di non essere colte. “È da osservare”, conferma Alessandro Panaro, “che i risultati del PNRR per quanto riguarda i fondi destinati al rinnovo della flotta non hanno dato risultati soddisfacenti: dall’analisi dei dati relativi alla ripartizione delle risorse stanziate, emerge che il 67%, circa 330 milioni di euro, non è stato assegnato. Dai dati del Ministero delle Infrastrutture, risulta che, degli stanziamenti dedicati al refitting delle navi, oltre il 75% non è stato impegnato mentre, per quanto concerne la costruzione di navi nuove, la quota diventa del 55%. Vi sono state dunque delle criticità tecniche che comunque hanno portato al finanziamento di 88 navi, che non raggiungono i risultati sperati. La sfida rimane comunque aperta e lo shipping merita forme di attenzione che possano essere sempre di più disegnate sulle reali esigenze di crescita del comparto”.

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di gennaio-febbraio 2023 de Il Giornale della Logistica

 


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