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L’Agorà di Confetra, Guido Nicolini: “Serve una visione ambiziosa”

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Connessi o disconnessi? Questo il quesito amletico con cui il presidente di Confetra Guido Nicolini ha aperto l’Agorà della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica giunta alla sua terza edizione e dedicata all’Italia e alle sfide del mondo post-Covid.

L’evento, che dal 2018 vuole essere un momento focale del dibattito sui temi della logistica e del trasporto a livello nazionale, quest’anno si è svolto in forma digitale ed ha visto l’intervento in diretta video di Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil e Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos.

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Alzare l’asticella

La connessione, non solo infrastrutturale ma anche digitale, e la semplificazione dei processi sono, secondo Nicolini, sfide inderogabili che l’Italia, fanalino di coda in Europa, nel G7 e nel G20 su troppo indicatori macroeconomici ben prima dell’emergenza Covid-19, deve decidersi ad affrontare.

L’asticella va alzata: non basterà infatti sforzarsi per ritornare ai livelli pre-Covid, già espressione di crisi e stagnazione.

“Il Paese – ha dichiarato il Presidente – deve sfruttare questa drammatica fase storica per riprogettarsi integralmente.

Gli oltre 200 miliardi del Recovery Plan Nazionale dovranno essere utilizzati per ripensare i fondamentali economici, produttivi, sociali, la struttura amministrativa, quella fiscale e di finanza pubblica del Paese.”

Infrastrutture, ma non solo

In cima alla lista delle cose da fare ci sono le infrastrutture, certamente, ma non solo. “Il gap logistico del Paese che, lo ricordo, riguarda 70 miliardi di euro l’anno, non dipende solo dal gap infrastrutturale.

Serve altro: semplificazione, politiche industriali per il Settore, riduzione del cuneo fiscale”.

Forte l’appello di Nicolini a una politica per la logistica pensata con l’obiettivo di aiutare le imprese a competere sui mercati internazionali.

A questo scopo Confetra ha lanciato l’idea di un provvedimento Servizi 4.0, sul modello di Industria 4.0, che aiuti il comparto a svilupparsi.

Mancano i “campioni nazionali”

Che il settore abbia bisogno di un supporto è testimoniato anche dal fatto che l’Italia è l’unico Paese in Europa a non avere “campioni nazionali” in ambito logistico.

“Delle circa 90 mila imprese logistiche italiane oltre l’85% ha meno di 5 milioni di fatturato e meno di 10 addetti di media. La crescita non può prescindere da una politica fiscale (“la quarta gamba del tavolo”) che aiuti ad alleggerire il conto economico delle imprese, a partire dal costo del lavoro.

Una nuova stagione di politiche ambiziose

Rivolgendosi alle sigle sindacali, Nicolini ha quindi ribadito il valore dell’unicità del CCNL.

“Solo un grande contratto inclusivo può fornire risposte alle esigenze organizzative delle imprese, assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori e contrastare la concorrenza sleale dei contratti pirata, sempre più agguerrita”.

L’appello all’esecutivo è chiaro: “chiediamo una nuova stagione di politiche economiche che consideri la logistica come un perno attorno cui costruire il rilancio e la rinascita del Paese, ci auspichiamo un sano strabismo che guardi agli interessi delle aziende e a quelle del Paese, nell’ambito di una visione ambiziosa del ruolo dell’Italia nella geoeconomia degli scambi.”

La risposta dell’esecutivo

Pronta la risposta della ministra dei Trasporti Paola De Micheli.

“La strategia dei prossimi mesi va considerata in due tempi. Un tempo emergenziale, che è ancora attuale, e una visione strategica di medio periodo che ha a che vedere con il Recovery Fund, ma non solo.

Servono quattro politiche orizzontali di settore: una politica fiscale che porti al secondo step della riduzione del cuneo fiscale.

Una politica seria di investimenti sulla digitalizzazione che aiuti soprattutto le piccole aziende ad accedere a costi ragionevoli alle grandi opportunità offerte dalle infrastrutture digitali.

Una politica orientata alla semplificazione burocratica che, per ottenere dei risultati fattivi, deve concentrarsi su interventi mirati sul settore. Infine serve una nuova organizzazione del lavoro lungo tutta la filiera logistica.

Concretezza e sostenibilità

A proposito di infrastrutture, la ministra punta sulla concretezza. “Italia Veloce è un piano ragionevole, realizzabile, non immaginifico per la realizzazione delle infrastrutture, ispirato alla realtà, alla realizzabilità e alla concretezza, guidato dai criteri di sostenibilità ambientale e cantierabilità dei progetti”.

Dichiarati in programma anche investimenti sul trasporto sostenibile, sul trasporto urbano delle merci, sul cargo aereo e sull’intermodalità secondo “un disegno complessivo che garantisce alla logistica quel sostegno infrastrutturale e organizzativo che si dovrà attivare nei prossimi 12 mesi e che riguarda infrastrutture, semplificazione e digitalizzazione”.

L’articolo completo apparirà sul numero di ottobre 2020 de il Giornale della Logistica


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Il Giornale della Logistica

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