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La parola alla logistica: Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry

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A un anno dall’ultimo incontro ,dall’8 al 10 marzo “Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry” ha alzato il sipario su una quarta edizione forzatamente digitale, ma non per questo meno ricca di contenuti.

Un’interessante occasione di confronto

Dal 2017, l’evento dedica un annuale momento di incontro tra il settore della logistica, delle spedizioni, dei trasporti, l’economia produttiva italiana e le principali realtà politico-amministrativa. Nonostante la modalità digitale, l’edizione 2021, promossa da un comitato composto da Confetra, ALSEA e The International Propellers Club, è riuscita a raccogliere un’eccezionale partecipazione in collegamento da remoto. “Una sfida grande quella di questi tre giorni, – ha affermato in apertura Riccardo Fuochi, presidente di The International Propeller Club Port of Milan, co-organizzatore dell’evento. – Alla luce di quanto accaduto nel 2020, è ancora più importante un confronto di questo tipo”. “Questo è il più importante momento di confronto tra logistica e mondo della produzione, – gli ha fatto seguito Guido Nicolini, presidente di Confetra. – Affrontiamo qui temi geoeconomici di scenario, ma anche questioni più specifiche come la logistica farmaceutica e alimentare, dando ampio risalto al piano nazionale ripresa e al tema ormai chiave della resilienza”.

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La sfida della logistica

La sfida della logistica è la sfida di un Paese che, come affermato nel suo intervento dal presidente di Alsea Betty Schiavoni, può e deve giocare un ruolo importante: “il nostro è un Paese vivo e ricco di eccellenze. Siamo tra le principali economie avanzate e siamo geograficamente strategici per la nostra posizione nel Mediterraneo. Siamo la settima potenza manifatturiera, al nono posto nel mondo per capacità di esportare, primi nella nautica da diporto, secondi in Europa nel settore legno-arredo, nell’industria del farmaco, nella moda e nelle calzature”. Ma luce e ombra si alternano: “siamo anche il terzo Paese al mondo per debito pubblico. Abbiamo una crescita stagnante e investiamo poco in ricerca e sviluppo”. Schiavoni ha quindi rivolto un appello alle istituzioni – “c’è bisogno di riforme per sostenere le nostre imprese” –, ma anche manager e imprenditori del settore – “reingegnerizziamo le nostre aziende, valutiamo modelli di business più idonei, facciamo più formazione, diamo spazio ai giovani e alle donne”.

Ripartire grazie a digitalizzazione, sostenibilità e resilienza

Le parole d’ordine della ripartenza logistica sono “semplificazione”, “digitalizzazione”, “sostenibilità” e “resilienza” da declinare in interventi concreti e buone pratiche. “Abbiamo di fronte un’irripetibile occasione di rilancio del Paese, – ha sottolineato Natale Mazzuca, vicepresidente con delega all’Economia del Mare per Confindustria, che però ha anche aggiunto – Gli effetti della pandemia insistono su debolezze strutturali ventennali. Il Paese va riformato”.

L’esperienza Covid-19 ha in effetti colpito duro un’Italia che, tra il 2009 e il 2019, è cresciuta poco in termini di PIL e consumi e ha visto la propria salvezza nelle eccezionali prestazioni fatte da import/export e turismo. Bastano quindi pochi numeri per evidenziare il rischio in atto: “ -8,8% il PIL, -9,7% le esportazioni e -12,8% le importazioni, – ha elencato nella sua relazione Ennio Cascetta, docente ordinario di pianificazione dei sistemi di trasporto dell’Università degli Studi di Napoli Federico Il. – A questi dati si somma una “bolletta logistica” che vale, secondo la stima più prudente, circa 11 miliardi di euro all’anno”. Questo conto, come spiegato dal professore, è dato dalle inefficienze del sistema: lo sbilanciamento della struttura del trasporto sulla gomma, ma anche la crescente perdita di italianità nella logistica nazionale.

Ridare valore alla logistica del mare

Lo sguardo si posa anche sul mare che assorbe circa il 90% del traffico commerciale internazionale e più di un terzo dell’interscambio nazionale. “L’Italia è una Repubblica fondata sull’economia del mare, ma non lo sa o l’ha dimenticato, – ha dichiarato Massimo Deandreis, direttore generale di SRM – centro Studi e ricerche per il Mezzogiorno. – L’economia del mare vale circa 44 miliardi di euro. E il tutto è sostenuto dalla logistica”. L’onda pandemica ha però colpito duro il comparto marittimo. La conta dei danni fatta dal presidente di Confitarma Mario Mattioli è impietosa: la contrazione dei traffici a livello mondiale ha avuto un contraccolpo pesante sul settore a livello nazionale, per non dire del fermo dell’attività crocieristica durante il 2020.

Lo shock e la capacità di ripresa del settore logistico

Ma la pandemia ha prodotto un forte “shock” su tutto il sistema logistico nazionale, mettendo in luce punti forti e deboli: “le debolezze sono la capacità di distribuzione locale e di trasporto intermodale, il limitato dialogo con le istituzioni centrali, uno smartworking non efficace e una digitalizzazione dei processi e dei documenti si ancora insufficiente, – ha elencato Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano. – Ci sono stati però risvolti positivi: durante la pandemia, per la prima volta si è vista una logistica davvero collaborativa. Il settore ha dimostrato elevate capacità nel prendere decisioni rapidamente e nel gestirle. La flessibilità dei fornitori è stata elevata e il dialogo coi lavoratori è incentrato su collaborazione e disponibilità reciproca”.

Ripartire si può e si deve capitalizzando l’esperienza, mettendo a frutto le buone pratiche, investendo sul futuro. La politica, chiamata a fare la propria parte, non sembra volersi tirare indietro. Sostegno alla filiera logistica, semplificazione, focus sulle infrastrutture sono stati i temi al centro degli interventi dei deputati della Commissione Trasporti della Camera Davide Gariglio e Edoardo Rixi. “Il Piano nazionale di riforma mette paletti importanti per rilanciare il settore, puntando su sostenibilità, ultimo miglio e digitalizzazione”, ha detto Gariglio. “Per troppo tempo si è parlato di logistica come di un elemento tecnico del sistema. È una prospettiva miope”, ha invece dichiarato Rixi, che ha poi sottolineato l’importanza di lavorare sulle infrastrutture: “dobbiamo anticipare le grandi dorsali europee, sbloccare colli di bottiglia, investire sull’ultimo miglio nelle realtà portuali. Il PNR ne prevede solo tre (Diga di Genova, Trieste e Darsena di Livorno) ma ne servirebbero altri da realizzare entro il 2026”.

Nicoletta Ferrini

I temi trattati saranno approfonditi con un articolo dedicato a “Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry” sul numero di aprile 2021 de Il Giornale della Logistica


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