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Immobili logistici: i risultati dell’indagine dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”

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Non esiste un’unica soluzione, ma esistono soluzioni diverse adatte alle singole situazioni.

Così Andrea Fossa, direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, ha riassunto i risultati dell’indagine condotta dall’Osservatorio in tema di immobili logistici e presentata ieri durante il convegno in versione digitale “Immobili logistici: asset strategici al servizio delle moderne supply chain”.

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Automatizzati, sostenibili e capillari

Dalla ricerca emerge forte e chiara la spinta che l’emergenza sanitaria ha impresso alla trasformazione degli immobili per la logistica, che oggi sono sempre più automatizzati, sostenibili e capillari sul territorio.

“Sostenibilità, logistica 4.0 e omnicanalità stanno profondamente cambiando l’impostazione dei network logistici e dei singoli nodi, i magazzini, con un impatto sulle scelte di localizzazione e di impiego delle diverse tipologie di immobili, la nascita di nuovi concept di magazzino e la riqualificazione degli immobili in un’ottica di efficienza energetica e minor impatto ambientale” – ha spiegato Marco Melacini, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics.

“Sono trend che erano già in atto prima che scoppiasse la pandemia e a cui l’emergenza ha dato ulteriore visibilità e accelerazione, soprattutto per quanto riguarda la riprogettazione delle singole aree funzionali e l’automazione delle attività per garantire la sicurezza dei lavoratori”.

Location

Nel merito dei numeri, in tema di location emerge che il 47% delle imprese usa già tutte le tipologie di magazzino (stoccaggio, di prossimità con e senza stock, fulfillment center), mentre per il 40% degli intervistati aumenterà il ricorso ai magazzini di prossimità e ai fulfillment center nelle aree urbane.

Automazione

Quanto all’automazione, i risultati rilevati evidenziano una presenza sempre più massiccia delle soluzioni automatizzate, presenti ormai in diverse aree del magazzino, dallo stoccaggio (secondo il 71% dei rispondenti) all’allestimento (59%) e allo smistamento degli ordini in entrata (47%) e in uscita (71%).

“Le imprese considerano l’automazione un prerequisito per essere competitivi nel lungo periodo – ha spiegato Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics – le riconoscono la capacità di poter gestire diverse unità di carico e un certo grado di scalabilità e flessibilità, ma restano dubbiose sulla possibilità di poter adattare le soluzioni automatizzate a edifici esistenti”

Sostenibilità

Infine di grande attualità anche la sostenibilità. In particolare, si diffondono le tecnologie per il risparmio energetico: le più diffuse sono quelle per l’illuminazione e i sistemi per movimentazione, come i carrelli con batterie agli ioni di litio. Le più interessanti in prospettiva sono green building e l’impiantistica.

Emanuela Stifano

Il tema sarà approfondito sul prossimo numero di aprile 2021 de Il Giornale della Logistica


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