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UNRAE: “Il trasporto è vita: il camion è un amico”

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L’ultima Conferenza stampa dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ha raccolto oltre trecento adesioni tra giornalisti e operatori del settore. Tutti tesi a raccogliere le indicazioni di Franco Fenoglio, presidente della Sezione Veicoli Industriali, che ha esaltato il ruolo del trasporto, decisivo in tempi normali (in Italia l’86% dei volumi è trasportato su gomma), indispensabile nei mesi di pandemia, “quando il coraggio e l’abnegazione di autisti e meccanici hanno impedito il collasso del Paese”.

Il Covid-19 ha accentuato i problemi

Il Covid-19 non ha fatto altro che accentuare i problemi dell’autotrasporto: “molte imprese sono al collasso: non c’è più tempo.

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Irrinviabili provvedimenti di sostegno onde garantire il pane a decine di migliaia di famiglie, la sopravvivenza a migliaia di imprese” (tra le misure citate da Fenoglio: incremento del credito d’imposta, azzeramento o forte riduzione del carico fiscale per almeno 12 mesi, possibilità di accedere a prestiti a lungo termine senza interessi, erogazione immediata della Cassa Integrazione, spesso anticipata dalle aziende).

Così come risolvere i problemi strutturali: “eccesso di burocrazia e di carichi fiscali, costo del lavoro e di esercizio, carenze infrastrutturali, inefficienze di sistema, mancanza di una strategia organica, 130 miliardi il valore delle opere pubbliche già approvate ma ferme per i più diversi motivi.

Eppure la prossima inaugurazione del Ponte Morandi a Genova dimostra che gli Italiani sanno fare squadra e compiere miracoli”.

I numeri sono impietosi

I numeri sono impietosi: nel primo quadrimestre dell’anno il mercato dei veicoli industriali è crollato del 25,7% (-30% a marzo, -60% ad aprile) e le previsioni UNRAE per il 2020 sono scoraggianti: nella migliore delle ipotesi registreremo un -30%, ma potremmo anche andare oltre il 40%, “un disastro annunciato”.

Un calo che va a sommarsi a quanto avvenuto a seguito della precedente, grande crisi del 2008 che portò (nel periodo 2007 – 2012) ad un crollo dei volumi del 62%.

Solo negli ultimi dieci anni

Solo negli ultimi dieci anni (2008 – 2018) hanno chiuso 35.000 aziende e tra autotrasportatori e indotto hanno perso il lavoro oltre 130mila persone: “una strage silenziosa – dice Fenoglio – di cui non ha parlato nessuno solo perché si è consumata in piccole imprese. Oggi si fanno manifestazioni per molto meno, ma tutti i posti di lavoro sono uguali e tutti hanno il diritto di essere difesi”.

Invece si è preferito fare poco o nulla: “ricordo che negli anni Novanta, sull’Autostrada del Brennero, il 70% delle targhe dei veicoli industriali erano italiane. Oggi la percentuale si è capovolta: il 70% dei mezzi in movimento ha targa straniera”.

Interventi importanti

Fenoglio ha chiesto interventi importanti a sostegno del lavoro e delle imprese.

Tra i problemi strutturali anche la necessità di un piano di incentivi per ridurre l’anzianità del parco circolante: “l’età media è di 13,6 anni – ha detto il presidente –. Dei 685.000 mezzi in circolazione ben il 58,5% è ante Euro IV”. Invocati provvedimenti sia per quanto concerne il nuovo che l’usato.

La parola di Autoprometec

Infine non è mancato un appello all’unità della categoria onde fare fronte comune davanti agli organi decisori. Renzo Servadei, amministratore delegato di Autoprometec ha spezzato una lancia a favore di una delle tante iniziative di Fenoglio, quella che intende favorire la formazione di giovani autisti e meccanici (onde far fronte ai vuoti di organico) nonché la necessità di costruire, attorno alla figura del meccanico e dell’autista, una diversa e più favorevole narrazione (vedi al riguardo: “L’autista, il camion e la logistica” – Il Giornale della Logistica – aprile 2020) che porti le famiglie e i giovani a superare gli stereotipi dell’autista brutto, sporco e cattivo e del meccanico sporco di grasso e armato di cacciavite mentre oggi è un esperto di elettronica in camice bianco.


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