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La visione green di Andriani: tutto il gusto della sostenibilità

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Andriani è un’azienda di punta del settore dell’innovation food, ha sede a Gravina in Puglia (Bari), ed è specializzata nella produzione di pasta innovativa. Le materie prime alla base delle ricette sono infatti i legumi (lenticchie, piselli, ceci), i cereali (tra cui grano saraceno, avena, mais, riso, teff, etc.), tutte naturalmente gluten free: “Siamo un’importante realtà, a livello globale, nel settore dell’healthy food”, esordisce Paolo Tassinari, Chief operating officer di Andriani, “siamo infatti l’unico pastificio italiano allergen free con molino multigrain integrato, il che significa che la grande maggioranza delle farine impiegate nel processo di pastificazione sono autoprodotte”.

Da qualche tempo Andriani ha intrapreso un nuovo percorso per la gestione degli aspetti logistici: “Uno studio dettagliato e prolungato degli scenari ci ha permesso di cogliere le migliori opportunità in funzione di come la nostra azienda sta evolvendo – racconta Tassinari – In sostanza abbiamo rivisto tutta la parte di outbound a partire dai flussi in uscita”. Prima però di entrare nel merito del nuovo assetto logistico, qualche numero per raccontare la realtà di cui si sta parlando.

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 La parola ai numeri

Raccontata in numeri, Andriani è un’azienda che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 78 milioni di euro (erano 56 nel 2018) e in cui trovano impiego 194 risorse. La capacità produttiva dello stabilimento di Gravina è di 40mila tonnellate/anno, sono sei le linee di produzione (diventeranno sette nel corso del 2022) a cui si somma una linea dedicata alla produzione di cous cous. A valle delle linee di produzione ci sono 15 linee di confezionamento. Sono più di 50 le materie prime utilizzate, oltre 1.000 gli sku gestiti, più di 20 le soluzioni packaging tra astucci – di pura cellulosa – e di film flessibile, circa 80 le formulazioni messe a punto in esclusiva per i diversi clienti o per il marchio di proprietà Felicia tra paste lunghe, paste corte, formati speciali (nidi, lasagne, tagliatelle): “Attualmente le nostre linee di produzione pastificano 7.500 kg/h di prodotto diversificato per formato e tipologia di materia prima utilizzata – chiarisce  Tassinari – Esportiamo in più di 30 Paesi e gestiamo 130 brand, siamo presenti nella Gdo con il nostro marchio Felicia o con la marca del distributore, serviamo l’industria, i negozi specializzati, le farmacie.

 Obiettivo Carbon Neutrality

L’azienda, da sempre attenta alla sostenibilità e all’impatto ambientale delle proprie attività, si è recentemente posta un nuovo e sfidante obiettivo: raggiungere, entro il 2025, la Carbon Neutrality, ovvero la compensazione, rimozione o assorbimento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, derivanti dallo stabilimento produttivo.

Tale obiettivo sarà perseguibile attraverso una serie di investimenti in economia circolare, tra cui un impianto di produzione di biogas, un trigeneratore per l’autoproduzione di energia, un impianto per la produzione e coltivazione di alga spirulina, inaugurato alla fine di settembre e frutto della collaborazione di Andriani con ApuliaKundi, giovane startup pugliese. Le due realtà si sono unite per dar vita a un’iniziativa imprenditoriale innovativa, con l’obiettivo di preservare le risorse naturali del pianeta come l’acqua. L’impianto di coltivazione installato ed ospitato presso la sede di Andriani a Gravina in Puglia, infatti, utilizza acqua proveniente dal suo processo di produzione della pasta, trattata attraverso un impianto di ossidazione abbinato ad uno di osmosi inversa, per la produzione di micro alga Spirulina ApuliaKundi, chiudendo in tal modo il processo virtuoso di economia circolare messo in atto.

“Il nostro obiettivo è produrre e distribuire con il minor impatto possibile sull’ambiente – spiega il manager – ed è anche nell’ottica della sostenibilità, oltre che dell’efficienza, che ha recentemente preso avvio il nuovo progetto logistico, il quale mette al centro l’intermodalità”.

La nuova logistica mette al centro l’intermodalità

L’azienda ha ridisegnato il processo di outbound, attraverso due nuovi hub – Modugno (Bari) Lentigione (Reggio Emilia) – con l’obiettivo di poter fornire con lead time più compatibili con le richieste dei clienti sia del centro-nord che del centro-sud.

“Gravina – puntualizza – è un luogo non semplice dal punto di vista logistico. A questo si sommi che non sempre lavoriamo ordini a full truck. Quindi, per poter garantire il servizio nei modi e nei tempi ottimali, tra fine 2020 e inizio 2021 abbiamo fatto una serie di valutazioni che ci hanno portato a individuare in Modugno e in Reggio Emilia la scelta migliore per collocare i nostri hub”.

“Oggi il magazzino di Modugno si occupa della gestione di tre attività – spiega Tassinari – La prima riguarda l’ex works. La seconda consta nella distribuzione dei nostri prodotti nelle regioni del centro e sud Italia e Isole. Infine, la terza attività è il pickeraggio per il canale farmacie e specializzati, sempre per l’area centro-sud”.

“Nel magazzino di Reggio Emilia, invece, sono due le attività – prosegue il manager – La prima riguarda la distribuzione al nord Italia nel canale della Gdo, la seconda è l’attività di pickeraggio e di distribuzione nel canale farmacie e specializzati”.

Anche l’ultimo miglio viene gestito dal partner che si occupa di veicolare il prodotto, trasferendolo su gomma, fino alla porta del cliente: “La scelta è ricaduta su un’azienda che condivide i nostri valori in termini di sostenibilità ambientale. Il nostro partner, per esempio, in alcune città italiane ha implementato un’attività di micro-distribuzione con veicoli elettrici”.

Le attività di trasferimento della merce dal plant di Gravina agli hub avvengono, o meglio avverranno, su rotaia per la piattaforma di Reggio Emilia, su gomma per il hub di Modugno: “In questo secondo caso si tratta di navette giornaliere che transitano la merce che deve essere trasferita al magazzino – racconta Tassinari – Per quanto riguarda il trasferimento a Reggio Emilia, l’obiettivo nel breve termine è trasferire la maggior parte dei trasporti via treno”.

Emanuela Stifano

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di dicembre 2021 de Il Giornale della Logistica


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