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La buona scuola: l’indirizzo in Logistica dell’ITIS Marconi di Verona

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Più di 1.500 studenti, aule che sembrano laboratori e laboratori che sembrano linee di produzione meccatronica con tanto di stampanti 3D in piena azione.

Ovunque un silenzio che affascina e neppure un pezzo di carta per terra: ma dove siamo capitati?

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L’ITIS Marconi di Verona sembra al vostro umile cronista un’astronave di eccellenza catapultata nelle magagne della Scuola Pubblica: “a volte c’è una singolare rincorsa a dipingere la realtà peggio di quella che è” mi corregge soave Gabriella Piccoli, dirigente scolastico (una volta si chiamavano “presidi”), due occhi profondi, un sorriso contagioso, una determinazione di ferro e un intenso amore verso l’”Istituzione.”

“Si tratta solo di rimboccarsi le maniche, avere le idee chiare sulle esigenze del territorio, conoscere i ragazzi e darsi da fare”, hai detto niente.

A scuola di logistica

L’indirizzo in Logistica all’ITIS Marconi esiste da dieci anni, coinvolge circa 300 studenti del triennio (il biennio iniziale è identico per tutti) ed è caratterizzato da un’organizzazione dinamica così come accade per gli indirizzi di elettronica e di informatica: “sono gli studenti – spiega Piccoli – a spostarsi ora dopo ora nelle aule dedicate. Una scelta obbligata visto che alla teoria affianchiamo molte ore di laboratorio”.

L’intuizione di dedicare ampio spazio alla nostra amata disciplina si deve ad un manipolo di docenti intenti ad interpretare il proprio ruolo in modo altrettanto dinamico: “al momento di arricchire l’offerta formativa –spiega per esempio il prof. Giorgio Sileo – ci chiedemmo quale specializzazione fosse la più spendibile nel mondo del lavoro, la più utile per l’accesso all’Università.

Dedicarci al Trasporto e alla Logistica è stata una scelta naturale considerata la presenza sul nostro territorio di tante imprese di ogni dimensione che cercano professionalità specifiche, a cominciare da quelle insediate presso l’Interporto di Verona”.

Il progetto prende forma

Sileo, con i colleghi Francesco Magalini e Cristina Zenorini si dà da fare.Contatta un “mostro sacro” della logistica nazionale, Giovanni Leonida, inizia a sondare il mondo delle imprese: “fu decisivo – spiega Sileo – capire che alle aziende mancavano professionalità intermedie.

Allora in Italia si imponevano i primi master in logistica da dove uscivano gli “ingegneri” della disciplina, ma nessuno formava i quadri intermedi.

Capimmo inoltre subito che la preparazione non poteva essere solo teorica, andava declinata nel pratico e per raggiungere questo risultato il coinvolgimento delle imprese era indispensabile”.

Negli anni successivi il percorso intrapreso è stato portato avanti da altri docenti dell’Istituto: Maurizio Alario, Francesco Ronza e Grazia Tenace.

Definito l’obiettivo, tracciata la rotta

Definito l’obiettivo e tracciata la rotta,si tratta di trasformare il progetto in azioni: “forti dei suggerimenti raccolti, incoraggiati dal dirigente scolastico e rimanendo nel perimetro delle linee guida fornite dal Ministero dell’Istruzione – dice Ronza – abbiamo strutturato l’offerta formativa: logistica di produzione e di distribuzione, elementi di Lean Production, gestione dei flussi, organizzazione dei trasporti, modalità di picking, gestione di Supply Chain complesse, Information Technology”.

“Il minimo comune denominatore – prosegue il collega Alario – è l’intento di trasmettere ai ragazzi oltre alle conoscenze teoriche anche le competenze pratiche; da qui l’importanza assegnata alle ore trascorse in laboratorio e la ricerca di imprese con cui attivare percorsi di collaborazione: imprenditori, manager e responsabili che si trasformino in docenti all’interno dell’Istituto, visite e stage in azienda, cooperazioni nell’ambito del Progetto di Alternanza Scuola Lavoro, interventi per fornire all’Istituto apparecchiature, software, computer e strumenti di lavoro”.

La risposta supera le aspettative

La risposta del territorio supera le aspettative: “imprese come Volkswagen e Nova Systems reagiscono prontamente e con entusiasmo.

La prima ci permette di creare un laboratorio con apparecchiature di diagnostica di ultima generazione nonché motori e veicoli su cui effettuare i test, la seconda ci dota di soluzioni informatiche avanzate in modalità Cloud” – dice Piccoli.

Nel tempo si aggiungono aziende del calibro di MAN, Susa e Ferrovie dello Stato.

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero di aprile 2018. Richiedi la copia in PDF


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