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A-SAFE per Pernod Ricard Italia: sicuri non si nasce, ma si diventa

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Sicurezza al primo posto perché da questo dipendono non solo la qualità e l’efficienza dei processi, ma anche e soprattutto la salvaguardia del più importante asset dell’azienda: le persone. È il primo valore di Pernod Ricard, multinazionale francese specializzata nella produzione e nella distribuzione di vini e alcolici.

Nello stabilimento di Pernod Ricard Italia a Canelli, in provincia di Asti, vengono prodotti e imbottigliati ogni anno più di 15 milioni di litri di liquori, tra i quali il più conosciuto è il brand Ramazzotti. I brand Italiani, imbottigliati nello stabilimento di Canelli, sono venduti in più di 60 paesi nel mondo tra i quali, oltre all’Italia, Germania, UK, Sud America, Australia, Sud Africa, Canada, US.

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Nel cuore dell’attività produttiva

Nei 12.000 metri quadri dello stabilimento Pernod Ricard Italia di Canelli lavorano 40 persone, distribuite tra produzione e attività di supporto (logistica, amministrazione, qualità sicurezza ed ambiente, sviluppo nuovi prodotti, etc.). “Sono numeri piccoli se si considerano i volumi importanti ed in continua crescita. Il tutto è operativamente sostenibile grazie ai continui investimenti in sicurezza, automazione e digitalizzazione fatti negli anni, – afferma Tomas Volpin, Operations Director Pernod Ricard Italia. – stiamo vivendo una importante fase di trasformazione, iniziata nel 2015 con una forte accelerazione dal 2019: da sito manifatturiero automatizzato, ma principalmente focalizzato sulla produzione, quello di Canelli è pian piano diventato uno stabilimento che si occupa a 360° della gestione del prodotto”. La crescita ha contestualmente elevato l’attenzione sui rischi per la sicurezza delle persone, dagli impianti, alle attrezzature di servizio.

“Take care of each other” è il cuore della strategia Pernod Ricard per la sicurezza delle persone – spiega Volpin – e a Canelli, come in tutti gli altri stabilimenti Pernod Ricard, è diventato il nostro “mantra”.

Quando diciamo che il nostro obiettivo principale è la sicurezza della persona – prosegue – assumiamo una visione ampia, lavorando per “distillare la cultura della sicurezza”, coinvolgendo le nostre persone in tutte fasi dei progetti sulla sicurezza.

Obiettivo: sicurezza

Il percorso parte da lontano e s’intreccia con la vita e con la storia dell’azienda. All’incirca un anno fa, PRI ha però alzato ulteriormente l’asticella, “Dall’analisi del contesto del sito di produzione (una “piccola” superficie, alti volumi di produzione, flussi elevati di carrelli, mezzi e persone) – descrive Elena De Lago, H&S Champion PRI – l’elevata movimentazione concentrata in aree ristrette ci ha portati a definire come prioritaria la protezione delle persone non solo quando lavorano vicino a un macchinario, ma più in generale quando si spostano in tutto il sito di produzione”. Stabilita questa priorità, sono state, dunque, fatte tutte le valutazioni del caso per poter individuare le soluzioni più efficaci in termini protezione e prevenzione dal rischio.

Il progetto step by step

Nella prima fase sono state “mappate” le diverse aree interne ed esterne ed i flussi di movimentazione per definire il livello di rischio per le persone in transito. Successivamente si sono definite prima le regole di circolazione e poi le vie pedonali “più sicure” in funzione dei flussi logistici.  Queste vie pedonali sono state realizzate con la stessa logica della viabilità stradale: marcatura a terra e scelta dei migliori dispositivi di protezione. In questo, PRI ha trovato un partner ideale in A-SAFE, azienda specializzata nella produzione di soluzioni per la sicurezza, barriere e protezioni antiurto per ambienti di lavoro (fabbriche, magazzini, aeroporti e molto altro ancora).

Tra marzo e agosto 2021, A-SAFE ha concretizzato per PRI un piano di attacco per aumentare il livello di protezione. All’interno e all’esterno dello stabilimento di Canelli sono stati installati diversi prodotti A-SAFE: “Barriere, paletti e cancelli, facendo una distinzione sulla base delle misure e delle aree interessate, – descrive De Lago. – Sono state fisicamente separate le aree ad esclusivo passaggio pedonale da quelle promiscue, vale a dire dove c’è interazione tra persone e mezzi per la movimentazione dei materiali. I dispositivi A-SAFE sono stati inseriti per limitare fisicamente le aree, andando a rafforzare le marcature a terra che indicano i percorsi. Il tutto è potenziato dall’utilizzo di segnali acustici e visivi attivi nei punti più critici e dal fatto che tutti i mezzi utilizzati per la movimentazione di materiali sono dotati di sistemi di sicurezza, quali telecamere, luci, ecc. per segnalare i propri spostamenti”.

Una partnership basata su una visione comune

Il recente intervento s’inserisce in un rapporto di collaborazione di lunga data che lega PRI e A-SAFE. “L’azienda ci aveva già fornito dispositivi di protezione da installare intorno ai macchinari, – racconta Elena De Lago. – Siamo rimasti soddisfatti, innanzitutto, dal prodotto: le soluzioni sono modulari, flessibili e si adattano quindi facilmente a nuove esigenze. I materiali sono di ottima qualità. I dispositivi richiedono poca manutenzione, mantengono la loro efficacia nel tempo e sono facili da sostituire. Oltre a tutto questo, ci è sempre piaciuto l’approccio di A-SAFE”. Tutte queste variabili hanno trovato conferma della loro efficacia nel più recente progetto di fornitura, come conferma la QSE Coordinator di PRI: “Abbiamo apprezzato il modo in cui le nostre idee hanno trovato concreta realizzazione. Nella collaborazione con A-SAFE abbiamo ottenuto flessibilità e elasticità. Il team è stato sempre pronto e disponibile nel discutere cambiamenti e anche fare adattamenti in corso d’opera”. Il contributo di A-SAFE è stato importante anche nella definizione del nuovo layout allo stabilimento di Canelli. “Dopo una prima fase di confronto interno volto a far emergere criticità e aree di rischio, abbiamo coinvolto A-SAFE che ha poi tradotto il tutto in una fornitura completa, adeguata alle nostre esigenze, – dice De Lago. – A seconda del contesto specifico di applicazione, della frequenza di passaggio pedonale, del livello di rischio (alto, medio o basso) e della tipologia di pericolo (urto accidentale o frequente, potenziale collisione con carrello elevatore o camion e così via), A-SAFE ci ha proposto, in maniera molto proattiva, soluzioni diverse, tenendo conto degli spazi ridotti e, in alcuni casi, predisponendo realizzazioni su misura”.

  • All’interno dello stabilimento di Pernod Ricard sono state installate due tipologie di protezioni pedonali A-SAFE: si è optato per barriere eFlex Pedestrian all’esterno dello stabilimento, mentre per i percorsi pedonali interni sono state scelte delle iFlex Pedestrian Barrier con l’aggiunta della protezione da forche ForkGuard. La differenza tra le due tipologie di protezioni pedonali sta nelle loro caratteristiche tecniche: le barriere eFlex sono idonee per pesi statici di 2kN (il peso di due adulti), mentre la linea iFlex è stata studiata per proteggere il pedone da un possibile urto con mezzi pesanti fino a 2,3 tonnellate come i muletti con un’energia fino a 5.800 Joules.
    A completare i percorsi pedonali i cancelli iFlex, caratterizzati da un’apertura verso l’interno che obbliga il pedone a fermarsi e prestare attenzione all’eventuale passaggio di mezzi prima di attraversare una zona trafficata. Tutti i prodotti A-SAFE vengono rigorosamente testati secondo le procedure previste dal PAS13 e da Tüv Nord, possono essere installati sia all’interno che all’esterno, rispondono agli urti in maniera elastica e non necessitano di manutenzione.

Nicoletta Ferrini

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di maggio 2022 de Il Giornale della Logistica


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