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Quattro chiacchiere con Gianluca Sperone, Global Supply Chain Director di Zoppas Industries: il tempo delle supply chain

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Per rompere il ghiaccio le ripropongo una domanda con cui lei stesso ha aperto un suo intervento recente: è il XXI secolo, il secolo delle supply chain?

Decisamente sì. Tutti si stanno rendendo conto della centralità delle supply chain. Prima c’erano due tipi di aziende: quelle che già operavano attraverso una supply chain definita e quelle che ne erano prive. Oggi queste realtà stanno lavorando per recuperare il gap e organizzare una SC integrata.

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Come?

La chiave sono le risorse umane. Per quelle aziende che ancora devono integrare una catena del valore, il primo step è inserire figure specializzate che supportino nella definizione e ottimizzazione dei processi, così da creare standard condivisi lungo l’intera supply chain.

E le aziende che invece si erano già dotate di una supply chain?

Queste realtà hanno cambiato radicalmente prospettiva. Prima la SC era vista unicamente come centro di costo e l’unico obbiettivo dei supply chain manager sembrava dover essere ridurre le spese. Adesso, finalmente si riconosce il valore della supply chain e si lavora per esprimerne al meglio il potenziale e il valore competitivo.

Tutto sta cambiando

Il cambiamento organizzativo e di processo è solo uno degli aspetti della trasformazione in atto. In passato la gestione delle supply chain era “staffata” sotto le operations, mentre oggi si è compresa la necessità di definire professionalità C-level con maggior autonomia decisionale e un corretto allineamento di pari livello rispetto alla parte sales, alla parte operations e all’intera catena del valore. A ciò si aggiunge la trasformazione tecnologica e gli investimenti che si stanno facendo in questo ambito, in particolare per ottenere maggior visibilità.

Una sempre più piena integrazione tra supply chain fisica e digitale?

Negli ultimi 4-5 anni si è investito molto, grazie ai piani di Industria 4.0, in soluzioni per l’efficienza della gestione fisica delle merci. Il dato, però, è sempre più importante. Il fatto di disporre di una mole sempre più ingente di dati grazie all’IoT e – grazie a internet sempre più veloce – di avere la possibilità di fruire dei dati in cloud e in tempo reale è una risorsa inestimabile. Oggi spesso le aziende immagazzinano dati senza ancora sapere a cosa serviranno, ma è indubbio il valore di questo patrimonio ed è necessario lavorare sull’integrazione di flussi fisici e digitali.

In che modo si riveleranno utili questi dati?

Oltre che alla parametrizzazione dei processi, i dati sono molto utili ad esprimere la “voice of customers”, una risorsa importante in un periodo come quello attuale, dominato dall’incertezza e dove è sempre più difficile fare previsioni affidabili sulla domanda futura.

Fare forecasting accurati sembra diventato impossibile

Qualsiasi forecast è sbagliato per definizione. Ma tra non avere alcuna capacità previsionale ed averne una imprecisa vi è una differenza sostanziale. Fare forecasting è oggi estremamente complesso, in un contesto che ha visto una crescita esponenziale del numero delle referenze in ogni settore merceologico e una domanda sempre più intermittente e volatile. Per chi produce, tutto ciò si traduce in una complessità enorme: l’unica chiave per affrontarla è disporre di informazioni il più possibile dettagliate e integrate tra loro.

Servono nuove organizzazioni, nuove tecnologie, ma anche nuove competenze, quindi?

La formazione è essenziale. Anche perché la supply chain abbraccia un orizzonte amplissimo, che spazia dal customer service all’after sales, dalla pianificazione di fabbrica all’intralogistica alla distribuzione, dalla gestione dei fornitori a monte a quelli a valle… Ogni attività richiede competenze specifiche e in costante aggiornamento perché oltre ad essere una materia vastissima è in rapida evoluzione.

Sento che parla per esperienza personale

La formazione è per me fondamentale. Sia per gestire al meglio i miei team sia per mantenere una vision il più possibile aperta e aggiornata rispetto a tutte le innovazioni di settore, così da comprendere in che direzione si muove il mercato, cogliere i macro e micro trends ed essere pronto a reagire. Personalmente investo molto nella mia formazione e sono alla costante ricerca di opportunità di formazione per la mia squadra così che ciascuna professionalità ne venga potenziata.

Decisamente un buon investimento

Reso possibile anche dalla cultura aziendale di Zoppas Industries che è da sempre molto attenta alla formazione dei propri collaboratori. Per quanto mi riguarda, invece, possiamo dire che è ormai una passione, tanto che ho deciso di impegnarmi in prima persona collaborando con il CUOA Business school, dove da qualche anno sono Supply Chain Board Advisor. Abbiamo lanciato diverse iniziative molto interessanti legate alla digitalizzazione della Supply Chain e al Supply Chain finance.

Cosa rappresenta un’opportunità formativa di questo genere?

CUOA Business School è impegnata nello sviluppo di un progetto organico e strutturato: creare una sorta di piazza – virtuale e fisica – dove i professionisti del settore della Supply Chain possano incontrarsi e confrontarsi su argomenti diversi, in modalità differenti e acquisire nuovi strumenti di lavoro e nuove prospettive.  La condivisione è fondamentale.

Che risposta rilevate?

Un grande interesse. L’ho sperimentato personalmente nel mio corso dedicato al Supply Chain Finance: una materia su cui si sta iniziando in questi anni a portare attenzione e che permette di interpretare alcune dinamiche che caratterizzano le supply chain sotto una luce nuova e con una nuova consapevolezza. Più in generale, in ambito SC vedo una domanda crescente di formazione e ancora l’offerta ha bisogno di essere incrementata e resa sempre più specialistica perché tantissime sono le novità che si affacciano sul mercato.

Per esempio?

Basti pensare a come, fino a tre-quattro anni fa, uno dei macro-trend dominanti il comparto logistico era l’internazionalizzazione. Oggi assistiamo a un’inversione di rotta e nuove dinamiche di nearshoring e re-shoring. Dinamiche che vanno governate costruendo competenze adeguate.

L’incertezza del contesto attuale sta accelerando questo fenomeno o lo sta frenando?

L’atteggiamento delle aziende è necessariamente ambivalente: da un lato stanno portando avanti le strategie di nearshoring a livello progettuale, dall’altro sono in una fase di attesa, per capire gli sviluppi della situazione. Il macrotrend è ormai in atto, ma tempi e modi di attuazione saranno determinati da quanto accadrà nei prossimi mesi sia a livello geo-politico sia economico.

Perché non si tornerà indietro?

Fino a qualche anno gli acquisti avevano un grosso impatto sui costi finali ed era possibile ottenere dei saving importanti facendo acquisti in Cina, nel Far East o in altri mercati lontani. Con la globalizzazione la forbice dei prezzi si è molto ristretta, mentre per contro è il trasporto a incidere maggiormente sia in termini di costi sia di complessità da gestire.  Basti pensare all’aumento dei noli e alle difficoltà di reperimento dei container. Accorciare le catene di approvvigionamento consente non solo di ridurre i costi, ma, soprattutto, i rischi.

  • Nome e cognome: Gianluca Sperone
    Luogo e data di nascita: Alba (Cuneo), 6 agosto 1981
    Informazioni personali: sposato e papà di Yosef e Serena di 6 e 4 anni
    Formazione: Laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, formazione executive presso SDA Bocconi, certificato CSCP APICS, Executive MBA presso ESCP Business School
    Attività professionale: esperienza di oltre 15 anni nel costruire e ridefinire i processi strategici e operativi della Supply Chain Integrata end-to-End. Al momento Global Supply Chain Director presso Zoppas Industries e Board Advisor presso CUOA Business School
    Hobby e passioni: viaggi, ciclismo e vela
    Libro sul comodino: “Il destino come scelta” di Thorwald Dethlefsen
  • Zoppas Industries Heating Element Technologies vanta un’esperienza di 60 anni nella progettazione e produzione di resistenze e sistemi riscaldanti, per applicazioni domestiche e industriali.
    Oggi, grazie agli oltre 8000 collaboratori nei 14 siti produttivi worldwide, fornisce migliaia di clienti in oltre 200 settori di applicazione,
    In ambito sostenibilità, l’azienda si è posta i seguenti obiettivi per il 2024
    – ridurre del 35% di emissioni di Co2 nell’atmosfera
    – eliminare l’uso della carta nella gestione dei documenti
    – limitare l’utilizzo di risorse naturali
    – aumentare l’uso di materiali riciclati nel processo produttivo
  • CUOA Business School nasce oltre sessant’anni fa, frutto di una chiara visione: la necessità di formare la classe dirigente necessaria per lo sviluppo del sistema imprenditoriale.
    Oggi CUOA interpreta con ancora maggiore determinazione questa missione, lavorando costantemente al fianco di giovani laureati, manager ed executive, funzionari, dirigenti e amministratori pubblici, professionisti e consulenti, imprenditori.
    Tutti possono trovare nel CUOA un punto di riferimento solido e di grande qualità per lo sviluppo, l’aggiornamento e la diversificazione delle proprie competenze e un network di grande qualità.

Francesca Saporiti

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di luglio-agosto 2022 de Il Giornale della Logistica


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